La Roma papalina rinascimentale, sontuosa e opulenta ma anche  corrotta, torna  alla ribalta, tra intrighi, crudeltà, passionalità e lotte per il potere, nel romanzo di Giorgio De Angelis “L’Orso e la Rosa” (Falzea Editore).  La narrazione, ambientata nel 1576, parte da un episodio storicamente documentato. Il protagonista  è Paolo Giordano Orsini, duca di Bracciano, nobile senza scrupoli.

Lo è al punto di fare strangolare la giovane e avvenente moglie, Isabella dei Medici, diventata adultera per ripagarlo dei continui tradimenti. Lo scenario del misfatto è la villa estiva della coppia a Cerreto Guidi, nei dintorni di Firenze. Lo scenario, poi, viene spostato nel Lazio, in particolare a Roma.

Le delle esequie rappresentano per il duca l’occasione per infatuarsi dell’ammaliante Vittoria Accoraboni, consorte del nipote del potente cardinale Felice Peretti. La donna è attratta dalla sensualità di quel nobile altezzoso e arrogante. Paolo Giordano Orsini, colto da follia amorosa, la vuole sua ad ogni costo. La coppia affronta molte disavventure con caparbietà cementata dalla passione, almeno fino a quando Felice Peretti, da sempre ostile all’Orsini, diventerà papa, prendendo il nome di Sisto V.

 Giorgio De Angelis ha dimostrato grande capacità nel costruire la trama che fluisce limpida, grazie alla scrittura incisiva e semplice che conferisce al testo il privilegio di farsi apprezzare per la piacevole lettura. Ed ecco scorrere pagina dopo pagina, scenari geografici, spaccati di società e figure dei personaggi. Vengono sottolineate le caratteristiche psicologiche di questi ultimi: passionalità, arrivismo politico, crudeltà. Il libro offre anche molte curiosità storiche.  Ricordo, per esempio, quella del capitolo “3 agosto 1580”. Dalle pagine, tra comportamenti disonesti e sanguinari, improvvidamente balena  una “notizia”, quella dei Tarocchi, carte da gioco appena arrivate a Roma da Ferrara, dove trionfavano nella corte degli Estensi.

Così il libro diventa trama avvincente, a tinte a fosche e, spesso, intriganti. Narrazioni di crudeltà si alternano a notizie che presentano l’ambiente storico, politico e sociale proiettando il lettore nella società del passato.

Salvatore Spoto