di Cecilia Emiliozzi.

Nel 2012, nel 150enario dalla nascita, Vienna festeggia il suo pittore più famoso. La fine di un secolo e l’inizio di un altro. Il fascino della decadenza e  quello del rinnovamento. Il legame con il passato e la tensione al futuro. Se  trovarsi a cavallo fra Otto e Novecento ha significato cogliere i contrasti, Gustav Klimt lo ha fatto in modo mirabile, trasformandoli in linee, forme e colori.

Dalle donne nello stesso tempo dolcissime e fatali, che popolano le sue tele, ai paesaggi, ai decori, ai fiori, la sua pittura è un continuo oscillare fra elementi apparentemente contrapposti. Apparentemente, sì, perchè nello stesso periodo in cui Klimt dipinge, la psicanalisi scienza nuova di zecca- avverte che c’è una dimensione dell’uomo in cui i contrari possono anche coabitare. La psicanalisi Indaga meccanismi che si rivelano sorprendenti, talvolta inconsapevoli o incontrollabili, sovverte la logica tradizionale, rivela che i contorni delle cose non sono così netti. Mette l’uomo di fronte a una parte misteriosa di sè, fatta anche di contraddizioni, di pulsioni, di istinto.

Porta insomma alla ribalta l’irrazionale, che da questo momento in poi sarà per sempre l’altra imprescindibile faccia della coscienza. La pittura  di Klimt è la rappresentazione in chiave figurativa delle teorie di Freud, non  a caso suo contemporaneo e viennese come lui. Idee nell’aria, e una sensibilità particolare nel saperle afferrare. Ecco allora che sulle sue tele trovano  posto sia la realtà che il simbolo, sia elementi immediatamente comprensibili che altri carichi di significati nascosti. E forse la fortuna, anche contemporanea, di Klimt , sta proprio nell’aver saputo rappresentare l’essenza della modernità, fin dall’inizio del suo manifestarsi: il dover fare i conti con il mondo -popolosissimo- dell’inconscio.

Nel 2012, a 150 anni dalla nascita, Vienna dedica a Klimt manifestazioni e rassegne straordinarie, anche se la città è piena delle sue tracce e i musei hanno moltissime opere esposte in modo permanente. Il Belvedere ospita la collezione più vasta, oltre che “Il bacio”, ma ha scelto per questo anniversario di sottolineare i rapporti fra Klimt e e Josef Hoffmann, architetto e designer. Insieme, con influenze reciproche, hanno teorizzato i nuovi parametri di una corrente che sarà poi chiamata “Modernismo” e hanno realizzato la famosa rassegna ispirata aBeethoven e Palazzo Stoclet a Bruxelles.

Il Museo delle Belle Arti mette a fuoco invece il periodo centrale della vita di Klimt, quello che va dal 1886 al 1897. Tredici dipinti, con relativi bozzetti, raccontano come lavorava il pittore e come sceglieva i motivi iconografici. L’Albertina, centro di ricerca sui disegni realizzati da Klimt, espone gran parte dei 170 disegni che compongono la sua raccolta, illustrando le diverse fasi di composizione. Alcune opere prese in prestito per l’occasione integrano la mostra, che punta sullo straordinario talento di Klimt anche come disegnatore. Osservare il lavoro “in fieri” è utilissimo per comprendere il senso di tanti soggetti e di tante allegorie.

Al Leopold Museum, oltre agli imperdibili quadri del soggiorno ad Attersee (paesaggi acquatici che ricordano le più belle tele impressioniste), trova posto un Klimt “privato”: il suo rapporto con Emilie Floge, donna interessantissima e compagna di una vita, è raccontato con lettere, oggetti, appunti, disegni. Ma qui Klimt divide la scena con un altro straordinario artista, che fu suo discepolo: Egon Schiele. Il Leopold ospita la più  grande collezione di opere di Schiele (40 tele, 180 disegni ed il suo celeberrimo”Autoritratto”).

E poi ancora il Museo Austriaco del Teatro, con la sua “Nuda Verità”, il quadro appartenuto allo scrittore Hermann Bahr, il Wien Museum con le sue 400 opere, le stampe, i manifesti originali, fino ad arrivare al Museo del Folclore, dove i riflettori sono puntati su Emilie ed il suo lavoro di “stilista” ante litteram.
Per info:www.klimt2012.info/it. oppure www.vienna.info