Di Liliana Comandé.

 

Il grosso calo dei turisti italiani in Tunisia non è giustificato. Francesi e tedeschi continuano a visitare il paese che, subito dopo la “Primavera araba”, è tornata alla normalità di prima.

 

Gli italiani, dopo la famosa “Primavera araba” e la caduta dell’antico regime, anche dopo le  elezioni democratiche e il ritorno alla consueta normalità del paese. hanno disertato questa destinazione, penalizzandola ingiustamente. Mentre gli altri mercati europei, pur facendo registrare un calo, continuano a visitarlo, gli italiani sono andati proprio in caduta libera, con un 50%-60% in meno di presenze rispetto all’anno precedente.
Il turismo in Tunisia, come lo è anche per l’Italia, è un’industria molto importante per l’economia del paese e la drastica diminuzione di visitatori ha creato non pochi problemi sia agli addetti al settore, sia alle casse dello Stato.
Un viaggio stampa, organizzato dall’Ente del Turismo Tunisino in Italia e accompagnato da Frej Fekih,  è stata l’occasione per intervistare i Presidenti delle organizzazioni turistiche più importanti del paese e sentire dalla loro voce qual è la vera situazione del paese in questo momento e cosa si aspettano

Frej Fekih

per il 2012.
Il primo ad essere intervistato è stato Mohamed Belajouza, Presidente della FTH, Federazione Tunisina degli Albergatori (la nostra Federalberghi, per intenderci), il quale ha illustrato una situazione molto pesante sull’occupazione alberghiera da parte dei turisti italiani: “Dopo il 14 gennaio 2011, subito dopo la rivoluzione, c’è stata una contrazione da parte di tutti i mercati, soprattutto quello italiano che ha fatto registrare un crollo negli arrivi pari al 67 per cento.

Una certa diminuzione c’era già stata nel periodo degli sbarchi a Lampedusa, ma se pensiamo che nel 2009 erano arrivati 380mila clienti, mentre ai primi di dicembre 2011 ne erano arrivati solo 110mila, è chiaro che la situazione è molto preoccupante”.

Alla domanda su quali strategie avessero concentrato i loro sforzi Mohamed Belajouza ha così dichiarato: ”Stiamo organizzando dei press tour affinché i giornalisti possano vedere direttamente che il paese è tranquillo e così potranno scriverlo sui loro giornali.

Bisogna parlare della Tunisia e dire che il nuovo Governo di islamisti moderati non ha cambiato minimamente il paese. In questo momento abbiamo bisogno

Mohamed Belajouza

di un’azione di comunicazione che possa far sapere che il prossimo primo Ministro ha già dichiarato: ”Apriamo le nostre porte e teniamole aperte a tutti”. Il nostro è un Islam moderato ed è importante farlo capire agli italiani. Bisogna rassicurare tutto il mercato turistico. La Tunisia è presente e pronta come prima e non va dimenticato che c’è una storia che unisce l’Italia alla Tunisia”. Mohamed Belajouza ha inoltre detto: “Per aiutare gli operatori italiani a rilanciare il turismo nel nostro paese, interverremo economicamente.

Con alcuni operatori che programmano voli charter, infatti, parteciperemo alle spese del volo nella misura del 50 per cento nel caso in cui non riuscissero a riempire l’aereo oltre questa misura. Avremo anche un turismo low cost, che per noi è formidabile perché si può diversificare il tipo di turismo.

Abbiamo la possibilità di offrire turismo culturale, sportivo, golf, talassoterapia. In questo momento va bene il turismo del benessere perché abbiamo delle ottime strutture che offrono dei centri veramente all’altezza della situazione. Abbiamo tante persone che parlano italiano e anche questo rende più piacevole scegliere il nostro paese” – ha proseguito Belajouza – “Abbiamo anche il turismo congressuale, ma sono soprattutto i francesi ad utilizzare i nostri centri peri loro eventi. In Tunisia ci sono 620 strutture alberghiere classificate da 1 a 5 stelle, oltre ai villaggi, hotel di charme e anche Bed and Breakfast. Soprattutto nelle località balneari più famose, come Hammamet, Djerba, Sousse e Monastir ci sono strutture grandi in grado di ospitare molti turisti. Vorrei concludere rammentando che il turismo del deserto, molto amato dagli italiani, è il migliore rispetto al resto dei paesi Mediterranei”.
Questo l’appello e i chiarimenti del presidente dell’Associazione degli Albergatori, mentre Mohamed Ali Toumi, il 37 enne giovane presidente della FTAV – Fédération Tounisienne des Agences de Voyages et de Tourisme –

Mohamed Ali Toumi

ha precisato che c’è bisogno di rassicurare la percezione del pericolo che si ha all’estero riguardo il futuro governo islamico moderato che andrà a governare: ”Abbiamo già avuto incontri confortanti ed abbiamo già fatto pressione specificatamente sull’argomento turismo. Nulla deve essere toccato, soprattutto le cose già acquisite prima del cambiamento. Il turismo è una delle nostre risorse più importanti ed occupa, fra lavoro diretto e indiretto, più di due milioni di persone. Il turismo è un settore locomotiva della Tunisia che muove tutta l’economia ed è importantissimo per la bilancia commerciale” . E’ proprio questo il punto che ha tenuto a rimarcare Ali Toumi :” Anche se ci sono dei problemi sociali, non possono toccare il turismo proprio per via dell’indotto che muove.

Il Turismo per alcune località è la macchina economica principale che può anche riequilibrare la distribuzione delle ricchezze. Come dappertutto, la costa è ricca e l’interno del paese lo è di meno e solo il turismo può bilanciare questa diseguaglianza. I circuiti turistici sono una ricchezza culturale e potranno avere effetto positivo creando nuovi posti di lavoro”.

Ali Toumi ha poi spiegato, inoltre, che il lavoro può evitare di fare scappare la gente verso le zone costiere o all’estero e che si deve puntare soprattutto sulla professionalità della gente per offrire un turismo di qualità.:” Il vecchio regime era incapace di fare cose nuove per sviluppare un turismo più ricco come quello legato alla talassoterapia, al golf e alla promozione del deserto. Ora stiamo cercando di sensibilizzare la corporazione per sviluppare la promozione anche via Internet, Dobbiamo aggiornare la nostra immagine, cambiarla e dobbiamo svilupparla anche su Internet. Dopo le guerre ci vogliono anni per ristabilite le cose nei paesi, ma in Tunisia non c’è stata una guerra ma solo una rivoluzione per i diritti dei tunisini”.
In Tunisia ci sono 700 agenzie di viaggi, 650 delle quali associate alla FTAV.  La differenza rispetto al nostro paese è che non vengono classificate come tour operator e agenzie dettaglianti,  ma come agenzie incoming e outgoing e hanno delle attività specializzate. C’è chi si occupa di congressi, chi di caccia ecc..

A Sousse, invece, abbiamo incontrato l’affabile Direttore Regionale del Turismo, Wahid Ben Youssef, il quale ha parlato della regione che è sotto il suo controllo.
“Sousse è il primo e più importante posto turistico della Tunisia – ci ha

Wahid Ben Youssef

spiegato – con i suoi 103 alberghi ed una capacità di 40mila posti letto, rispetto ai 240mila della Tunisia. Ha una grande ricettività. Insieme alla vicina Port el Kantaoui, costituisce un posto di vacanza completo. C’è la marina con 340 posti barca e molti alberghi proprio intorno al porticciolo, inoltre c’è un bellissimo campo da golf con 36 buche, 60 ristoranti, discoteche con molta vita notturna, spettacoli, animazione, 9 centri di thalassoterapia e, per la parte culturale, la vecchia Medina, la grande Moschea, ed ora sono state scoperte delle catacombe.

Gli abitanti della città sono 200mila ai quali si aggiunge il milione di turisti che soggiornano a Sousse sui 7 milioni che ci sono in tutta la Tunisia”. Ben Youssef ha poi espresso il suo dispiacere per il fatto che il turismo italiano, dal 3° posto che occupava, è sceso al 7°, mentre ai primi sono posizionati gli inglesi e i tedeschi. “C’è molto da lavorare per rilanciare la nostra zona sul vostro mercato e lo faremo con una pubblicità aggressiva e con investimenti molto forti”. Ha concluso Wahid Ben Youssef.

 

Torniamo nella tranquilla Tunisia…

Noi auguriamo alla Tunisia di ritornare sin da ora ad essere una delle mete preferite dagli italiani. Quello che abbiamo visto noi giornalisti non è diverso da quello che avevamo visto l’ultima volta che ci eravamo recati nel paese. Possiamo affermare di ave visto una popolazione tranquilla, intenta alle occupazioni quotidiane lavorative e al passeggio dei giovani studenti e delle intere famiglie.

Sorrisi ovunque , come sempre, e la consueta gentilezza che ha contraddistinto questo paese mediterraneo che ci è stato sempre amico.
Il pericolo? Abitando a Roma, e vedendo ciò che accade quotidianamente, oggi come oggi trovo più pericoloso vivere nella città eterna piuttosto che andare a trascorrere una bella settimana di vacanza in Tunisia.

Liliana Comandè