Offuscata dalla vicenda del maltempo, quella della Costa Concordia è passata in secondo piano. Eppure la nave resta lì, come uno strano, inquietante, enorme animale marino morente. Ancora in corso le operazioni di recupero delle vittime, rese sempre più difficili dalle condizioni metereologiche, dallo spostamento progressivo dello scafo, dall’acqua inquinata che rende la visibilità vicina allo zero. Ma oltre alle vicende umane, alle tante storie che questa grande storia racchiude in sé, c’è anche il problema oggettivo del relitto, che va rimosso al più presto. La Concordia è infatti ora un pericolo per l’ambiente, una carcassa gigantesca che si disfa, pure se sembra tragicamente immobile. E’ di questi giorni la notizia che la Costa ha istituito un Comitato Tecnico (con Carnival Corporation, Fincantieri, Rina ed esperti del settore) per programmare la rimozione della nave in accordo con le autorità competenti. Insieme alla Protezione Civile, la Compagnia di navigazione si augura che le operazioni inizino al più presto, anche per non interferire con la stagione turistica dell’Isola del Giglio. Per la rimozione intera della Concordia è stata indetta una gara d’appalto fra le maggiori società che nel mondo si occupano di questo tipo di recuperi, compresa la Smit Salvage BV che sta già provvedendo allo smaltimento del carburante. Tempo permettendo, la direzione Costa ha annunciato che entro la fine di marzo il piano di rimozione dovrebbe essere completamente definito.
C. Em.