Con l’entrata in carica dell’attuale nuovo governo nel quale rappresentanti del partito della Lega Nord non sono presenti,  i problemi di Malpensa sono passati in second’ordine. Nessun dubbio infatti che se la stampa nazionale si  occupava dello scalo varesino è perché al governo vi era un partito che guidava la battaglia di questo aeroporto verso  tutti, Fiumicino, Roma, Alitalia…. fingendo però di dimenticare quella che era la vera causa del non decollo di Malpensa: Linate.

A settembre dello scorso anno, e non era certo la prima volta che lo affermavamo, prendendo lo spunto dall’annuncio di Air France di voler spostare da Malpensa a Linate i voli per Parigi, annotavamo: “In tutta questa storia, che ormai va avanti da anni, il particolare che non quadra è che essendo lo scalo di Linate quello che cannibalizza il traffico di Malpensa, il problema non risiede nelle decisioni che le aerolinee prendono, quanto nella scelta fatta dal gestore di voler spalmare il traffico che interessa il sistema aeroportuale milanese su due aeroporti. Quello infatti che viene definito “hub” altro non è che un aeroporto ove i collegamenti a medio-corto raggio si interconnettono (coincidenze) a quelli long haul. Se queste due tipologie di traffico vengono tenute suddivise su due aeroporti non ci si può poi meravigliare se l’hub non decolla e se avvengono scelte come quelle operate da LH o da AF.”  (Travelling Interline 22 settembre 2011, “Malpensa, ricominciamo?”)

Pochi giorni orsono in occasione del meeting Ambrosetti al workshop di Villa d’Este si è tornati a parlare di Malpensa e finalmente, almeno da parte di alcuni intervenuti, il confronto è stato spostato verso il corretto obiettivo, ovverosia non più nei confronti di Fiumicino bensì verso Linate; meglio tardi che mai è il caso di dire.

Il dilemma degli aeroporti milanesi è tutto contenuto in questa cornice: Linate ha la comodità della vicinanza alla città, ma non ha spazio e le piste intercontinentali; Malpensa ha le piste e lo spazio, ma è distante.  Quando la nuova Malpensa è stata inaugurata evidentemente si è tenuto presente che spostare i voli di breve durata, quali sono i domestici e gli europei, su un aeroporto che richiedeva più lunghi tempi di raggiungimento rispetto a Linate sarebbe stato un controsenso. Ed è così che i due scali hanno continuato ad operare distintamente mentre nel frattempo, il fatto crediamo abbia avuto un ruolo determinante, è venuta crescendo la concorrenza dei treni ad alta velocità. Non a caso nello studio presentato da The European House Zust Ambrosetti e Sea-Aeroporti si ipotizza il percorso di riconfigurare i due scali lasciando a Linate i servizi-navetta Milano-Roma tentando in tal modo di ottimizzare il traffico che fa capo a Malpensa.

Se veramente si voleva fare di Malpensa un grande aeroporto ove i passeggeri scendevano da un volo a corto raggio per imbarcarsi su un volo intercontinentale non c’era altro da fare che chiudere Linate; punto.

Ora non solo questa soluzione non la si è voluta adottare nemmeno a posteriori, ma vorremmo aggiungere che nel pianificare la costruzione di un nuovo aeroporto si sarebbe dovuto già a priori decidere cosa fare di Linate, perché tutti sapevano che se questo scalo fosse rimasto aperto al traffico civile, avrebbe reso difficile se non impossibile il decollo del nuovo aeroporto.  E’ per tutti questi motivi che lamentele e polemiche che si sono susseguite negli anni erano assolutamente senza senso, inopportune e inutili.

Sarà bene fin da ora chiarire che se veramente si cercherà di portare a Malpensa il traffico di Linate ci si dovrà attendere una forte opposizione da parte dei movimenti ambientalisti che si battono per la non espansione dello scalo intercontinentale milanese e fanno fra l’altro notare, non certo a torto, che mentre si sta lavorando per collegare Linate con la metropolitana si riaffaccia l’ipotesi di un suo ridimensionamento perpetuando in tal modo la conduzione di una politica disarticolata.

Alle considerazioni di cui sopra va aggiunto un appunto di carattere generale su cui crediamo opportuno tornare. Si potrà parlare all’infinito di “rilancio” di uno scalo ma rimane pacifico che i vettori laddove esiste opportunità di traffico non hanno motivo di disertare un aeroporto, e se per caso ciò avviene bisogna analizzare i motivi con obiettività mettendo da parte campanilismi o argomenti per partito preso.

A parte la reciproca cannibalizzazione svolta dal duo Linate-Malpensa che è un concreto dato di fatto,  non si può parlare del ruolo di Malpensa dimenticando che questo aeroporto si inserisce nell’ambito del più vasto, intero sistema aeroportuale del nord Italia che va da Torino a Venezia. Così come pure non si può ignorare che se il nostro principale vettore aereo è controllato al 25 per cento da Air France (maggiore singolo azionista) e fa parte della stessa alleanza in cui si trovano AF-KL quest’ultimi due vettori avranno tutto l’interesse a cercare di convogliare sui loro hub il traffico che origina dal nord Italia invece di far aprire rotte dirette intercontinentali dal nord Italia e non vi è da stupirsi se AF-KL preferiscono che questi voli di feederaggio facciano capo a Linate . In ultimo, con la dimensione che ha la rete a lungo raggio di Alitalia e ricordando che la stessa è stata oggetto di continuo ridimensionamento, l’interrogativo più volte posto se l’Italia ha realmente bisogno di due hub intercontinentali, conserva sempre la sua validità.

Antonio Bordoni