antonio-bordoniIl mondo del trasporto aereo non è affatto nuovo nell’annunciare rivoluzioni. Tutto il suo tempo è stato sempre scandito da cambiamenti epocali: il passaggio agli aerei a reazione, l’arrivo dei giganti dei cieli, la deregolamentazione, l’era delle low cost, il biglietto cartaceo, le alleanze……chissà quanti capitoli ancora potremmo citare per ricordare le trasformazioni che hanno contraddistinto l’industria aerea commerciale in questi ultimi anni.

Tutte però con un  punto in comune che le lega: i conti, le finanze non sono andate affatto migliorando come puntualmente veniva previsto allorchè si preannunciavano i cambiamenti.

Ora, almeno da quanto ci viene detto dalla stampa di settore anglosassone, che da sempre come ben si sa anticipa quello che poi accadrà da noi,  saremmo alla vigilia dell’ennesimo cambiamento epocale e aldilà di ciò che voi sentirete con i vostri orecchi o leggerete con i vostri occhi, come ad esempio la notizia riguardante  colossali masse di dati strutturati che saranno messi a disposizione di chi opera nel settore, la verità molto più semplice è che i vettori aerei anziché puntare solo sulla tariffa vogliono proporsi anche come venditori di prodotti addizionali le cui entrate quindi si aggiungeranno al valore del biglietto aereo inteso come mero passaggio di trasporto da una città all’altra.

Le compagnie aeree, ma soprattutto i sistemi computerizzati di prenotazione, non vogliono più stare alla finestra ed attendere il passeggero che contatta l’aerolinea. Sarà l’aerolinea attraverso i dati, ma soprattutto attraverso le preferenze dei viaggiatori immagazzinate nel corso delle infinite le transazioni avvenute sulla via telematica, che anticiperà le presunte necessità del pubblico. Tutta l’operazione ricorrendo al passaggio dei CRS.

Ogni giorno ormai potrete leggere una notizia che rientra nell’ottica di questo nuovo obiettivo divenuto mantra. Per fare un esempio concreto il primo luglio è stata diffuso il comunicato con il quale Sabre Travel Network ha siglato un nuovo accordo con il vettore israeliano El Al che prevede la vendita dei servizi accessori quali viaggi per minori non accompagnati, prenotazione e acquisto di bagaglio prepagato.  Pochi giorni prima si poteva leggere la notizia dell’accordo Sabre-United Airlines grazie al quale tariffe, prodotti e servizi ancillary della United saranno messi a disposizione dei travel buyers di tutto il mondo che utilizzano la piattaforma Sabre. E sono solo alcuni fra tanti esempi.

In realtà tutto questo darsi da fare per cercare di incrementare le entrate tramite prodotti ancillary dimostra il fallimento della politica tariffaria adottata dai vettori. aereo generico 2Incapaci di coprire i costi di produzione del loro prodotto nemmeno ricorrendo ad una fuel surcharge che costituisce un vero e proprio incubo per viaggiatori ed agenti, vuoi per la sua volatilità vuoi per la varietà di politiche adottate circa la sua applicazione pratica, ai vettori rimane sempre da confrontarsi con una tariffa  che, a causa di una accesa concorrenza ed anche a causa della pioggia di tasse che ogni giorno si riversa su questa industria, non riesce a coprire i costi di gestione.

Presi da questa realtà ai vettori non rimane altro che cercare soluzioni alternative e l’argomento che stiamo trattando ne è l’ultimo esempio: ciò che non si può incassare con la tariffa si potrebbe tentare di recuperarlo con i prodotti ancillari.

Superfluo precisare che sulla vendita di tali prodotti non si parla affatto di commissioni a favore degli intermediari ed è anche per questo forse che alla Iata, e le 240 aerolinee che rappresenta, non vedono l’ora di poter far uso del “big data” e implementare questo nuovo prodotto.

“Oggi, se si va da un agente di viaggio, si può accuratamente comparare le tariffe applicabili. Ampliando la ricerca l’agente potrà offrire qualche opzione ancillary. Ma mettere insieme tutte le informazioni per offrire una offerta completa ed esaustiva è praticamente impossibile, in particolar modo se si tratta di programmi di fidelizzazione. Ebbene l’NDC non solo darà più trasparenza a questi aspetti, ma potrà anche facilitare a personalizzare le offerte, solo e soltanto se il passeggerò vorrà identificarsi”

iataQueste parole sono state pronunciate da Tony Tyler, presidente della Iata, lo scorso 2 luglio ad una conferenza che si è tenuta ad Auckland in Nuova Zelanda. In realtà la Iata continua a tamburo battente ad emettere comunicati e notiziari sul New Distribution Capability cercando di chiarire dubbi e perplessità. Sull’argomento ormai le posizioni per dirla all’anglosassone sono schierate su “party lines”  cioè senza vie di mezzo, quello che noi definiremmo o bianco o nero senza il grigio.  Da una parte le aerolinee, le loro associazioni e loro dirette emanazioni (ARC / ATPCO) , dall’altra -salvo poche eccezioni- agenti di viaggi, loro associazioni e GDS.

Adesso rimanendo nell’argomento delle peculiarità offerte da ciascuna aerolinea ai propri passeggeri val la pena narrarvi, per sommi capi, quanto riportato dal quotidiano britannico Travel Herald Sun del primo luglio scorso circa la disavventura capitata alla passeggera Jean Mamakos imbarcata su un volo United da Seattle ad Anchorage. La passeggera si era spostata dal suo posto ad una fila vuota e le è stato detto di tornare al suo posto  perché l’imbarco non era completato. Terminato l’imbarco la signora si sposta nuovamente. La fila scelta era quella adiacente alle uscite di sicurezza, ma le viene detto che se vuol occupare quel posto deve pagare un extra di 109 dollari e gli viene chiesta la carta di credito.

La signora decide di tornare al suo posto ma agenti di polizia chiamati dalla compagnia la prelevano e la fanno scendere dall’aereo. Un passeggero interviene con gli addetti di volo dicendo che dal momento che la passeggera era tornato al suo posto originario non c’era assolutamente necessità di far intervenire la polizia.

web genericoIl caso che si può trovare anche sul sito CTwatchdog.com  ovviamente è diventato legale.  Tralasciamo i commenti “pratici” sull’accaduto che pure ci sentiremmo di fare, e tornando invece nell’ambito del nostro articolo riflettiamo sul fatto che anche quel cambio di posto che una volta era  del tutto fattibile a bordo di qualsiasi aereo di qualsiasi compagnia, anch’esso oggigiorno è divenuto un espediente per le aerolinee per chiedere soldi ai passeggeri, e badate bene che qui non si sta parlando della solita compagnia low cost ma di un vettore tradizionale.