Arriva il vertice della classifica delle città del mondo che offrono ai propri residenti la migliore qualità della vita, e come l’anno scorso troviamo prima Melbourne, seconda Vienna e terza Vancouver, seguite da Toronto e poi dall’australiana Adelaide e dalla canadese Calgary, quinte a pari merito. Ma il bilancio di medio termine della vivibilità non è positivo: l’Economist Intelligence Unit, che compila annualmente il Liveability Ranking, afferma che dal 2010 a oggi l’indice medio della qualità della vita registrato nelle 140 città considerate è calato dell’1%, con una flessione del 2,2% per quanto riguarda stabilità politica e sicurezza. Nell’ultimo quinquennio 57 città hanno registrato il costante decremento della propria vivibilità e nell’ultimo anno a peggiorare il proprio posizionamento sono state ben 38.
Lo studio misura quanto le città sono vivibili in base a 30 parametri relativi a stabilità politica, sicurezza, ambiente, infrastrutture, istruzione, sanità, cultura: ad accomunare le città dove la qualità della vita è più alta – e il primato continua a essere detenuto da Australia e Canada – sono caratteristiche quali l’appartenenza a un paese ricco, le dimensioni medie, la bassa densità di popolazione, il tasso di criminalità contenuto e l’efficienza delle infrastrutture. Città come Londra e New York, come del resto anche Parigi e Tokyo, sono sì centri di rilevanza mondiale, ma l’elevata densità di popolazione, che porta alti livelli di criminalità, problemi di mobilità e congestione, carenze infrastrutturali, ne ha infatti abbassato il livello di vivibilità.
Seppure in misura minore, anche Atene, Detroit, Mosca, Il Cairo e San Pietroburgo sono nella lista delle metropoli che hanno registrato i cali di vivibilità più significativi. Chi più ha guadagnato in qualità della vita dell’ultimo anno sono state invece Harare, capitale dello Zimbabwe, che ha scalato 5 posizioni pur fermandosi al 133° posto, Kathmandu, Dubai, Varsavia e Kuwait City.