di Antonio Bordoni.

 

Durante la scorsa settimana il ministero dell’Economia – azionista unico di Ita – ha comunicato i nomi  dei consulenti scelti per procedere alla scelta della cessione di quote della compagnia a una delle due cordate in campo: la Lufthansa/MSC  e la AF-Delta/Certares. Si tratta dello Studio Legale Gianni & Origoni e di Equita. Tutto ciò in linea con il piano di privatizzazione della compagnia oggi completamente in mano pubblica.

Questa nomina ha creato un certo subbuglio fra  i consiglieri di amministrazione di Ita Airways. Il Cda della compagnia lo scorso mese di gennaio, il 31 per la precisione, aveva scelto i consulenti, gli “advisors” che avrebbero assistito Ita Airways durante la sua fase di vendita. Si trattava di nomi di grido quali la J.P. Morgan e Mediobanca per la parte finanziaria,  la Grande Stevens e Sullivan & Cromwelle per quella legale.  

Ora, sei consiglieri su nove avrebbero chiesto, informalmente, che venisse votata la revoca della delibera del Cda che a fine gennaio ha messo in campo questi  advisor. In pratica i sei consiglieri si sono dimessi dall’incarico.

Non estranea a questa improvvisa decisione il timore che la Corte dei Conti possa chiedere lumi sui conti che gli advisors scelti il 31 gennaio potrebbero richiedere per le loro consulenze.

I sei consiglieri dimissionari sono (1) :

 
–  l’ex ministro Angelo Piazza,

– Lelio Fornabaio
– l’ex senatrice Simonetta Giordani,
– l’avvocato Silvio Martuccelli,
– Alessandra Fratini,
– Cristina Girelli.

Il 3 marzo scorso sulla Gazzetta Ufficiale era stato pubblicato il decreto che regola la cessione della compagnia e autorizzava il Ministero dell’Economia ad aprire la data room agli aspiranti compratori.

Questo ulteriore passaggio aveva fatto sperare ad una rapida conclusione  circa la privatizzazione della compagnia, iter questo che potrebbe ora subire una rallentamento in quanto in teoria il governo potrebbe anche  considerare l’ipotesi di un azzeramento dei vertici della compagnia.

Ora sarà tutta da decifrare l’operazione privatizzazione che vede in campo un team “due+due” ovvero due soggetti nominati dal CDA e due nominati dal Ministero dell’Economia. Un fatto che evidenzia un mancato coordinamento fra gli organismi interessati.

Ovviamente tenuto conto della criticità del momento che il Governo attraversa fra Omicron, crisi Ucraina e beghe interne alla maggioranza, tutto potrebbe continuare come prima, ma di certo le novità provenienti dall’interno del vettore il quale, sarà il caso di ricordarlo, in tre mesi ha perso 170 milioni di euro, non sono delle più rassicuranti.

In campo l’ipotesi più concreta rimane quella di Msc, famiglia Aponte, intenzionata a rilevare la maggioranza del capitale facendosi affiancare dalla tedesca Lufthansa come partner industriale.  Più remota l’opzione Air France-Klm-Delta la quale però godrebbe dei favori dell’amministratore delegato Fabio Lazzerini.