di Luciano Riella
Un esempio virtuoso di impresa sociale, capace di abbinare turismo di qualità a reale inclusione sociale, un sistema di economia circolare che parte dalla formazione e arriva al collocamento: è l’esperienza di Albergo Etico, in cui si punta a impiegare professionalmente giovani disabili, in particolare con la sindrome di Down e con disabilità intellettiva, per dare loro un’opportunità di lavoro vero e dignitoso e offrire un processo di indipendenza e autonomia.
I clienti vengono a contatto con i ragazzi con disabilità, che durante la loro permanenza svolgono le normali attività legate al settore alberghiero e alla ristorazione. Da questa esperienza ne escono arricchiti per aver maturato un nuovo punto di vista sulla disabilità e anche soddisfatti per aver contribuito ad un progetto con finalità sociale attraverso le loro scelte di consumo.
L’attività è raccontata anche in un documentario “Le Ricette dello Chef Antonio per la Rivoluzione” diretto dal regista australiano Trevor Graham, che mostra come l’innovazione sociale nell’approccio alla disabilità possa puntare sulla qualità di vita e sul talento, anche per le persone più fragili e crea occasioni di vera integrazione e nuove figure professionali.
Jérome Lejeune, pioniere della Trisomia 21 (la più comune causa genetica di disabilità intellettiva dovuta alla presenza del cromosoma 21 in sovrannumero) afferma: “un solo criterio permette di valutare la qualità della civilizzazione umana: il rispetto che prodiga nei riguardi dei suoi figli più fragili.
Una società che non lo comprende è destinata a scomparire”. Da questo assioma nasce la sfida di Antonio De Benedetto, lo chef del ristorante Tacabanda di Asti. De Benedetto ha un’ambiziosa missione: cambiare il mondo attraverso il cibo, consapevole che il disabile rappresenta una risorsa e non un costo. Per farlo, ha dato vita a un ristorante, un hotel e all’Accademia dell’Indipendenza, il percorso di formazione e lavoro della durata di tre anni per giovani uomini e donne con disabilità che arrivano da tutta Italia per formarsi e lavorare.
Questi giovani, ognuno con i propri sogni e progetti per il futuro, vengono formati da Antonio per affrontare un percorso verso la libertà e l’indipendenza, non solo professionale, ma anche nella vita di tutti i giorni. Alessandro Toselli presidente della cooperativa Download Albergo Etico, con una lunga esperienza nel settore finanziario, ha contribuito a trasformare quello che era solo un sogno, in un esempio virtuoso di impresa sociale, capace di abbinare turismo di qualità a reale inclusione sociale.
Un esempio di come l’innovazione sociale possa puntare sulla qualità di vita e sul talento, anche per le persone più fragili, creando occasioni di vera integrazione e nuove figure professionali: revenue disability management, esperti in comunicazione turistica accessibile, marketing alberghiero sui bisogni speciali, professionisti della cucina con moduli dedicati all’affiancamento di risorse con disabilità.
“I clienti – spiega Toselli – da noi trovano prima di tutto una grande esperienza di viaggio, l’accoglienza e la qualità tipiche del made in Italy con costi e prestazioni adeguate a strutture a 3 o 4 stelle, e in più il sorriso e la voglia di fare di questi ragazzi che da noi imparano l’autonomia, oltre che un mestiere. Il nostro personale è formato per un terzo da persone con diversi gradi di disabilità intellettiva, affiancati da professionisti disponibili e capaci. La maggior parte di loro al termine dell’apprendistato – conclude Toselli – viene assunto, per acquisire un’autonomia lavorativa e percepire uno stipendio, non sussidi”.
Oggi Albergo Etico, oltre alla struttura alberghiera e al ristorante di Asti ha partnership sparse in tutto il mondo oltre a diversi hotel che aspirano a diventare una catena: a Roma, in Valle d’Aosta a Fenis, in Albania a Tirana, in Australia a Mount Victoria, in Argentina a Cordoba e in Palestina a Betlemme. Le prossime aperture sono previste in Italia a Sondrio e a Cesenatico, negli Stati Uniti e in Norvegia.
La realtà
A Fenis, in Valle d’Aosta, un gruppo di giornalisti ha potuto vivere direttamente l’esperienza di un Albergo Etico, un progetto imprenditoriale, innovativo e ambizioso, una grande rivincita umana, un progetto che ribalta completamente il concetto di assistenza al disabile e tutti gli stereotipi, dove il lavoro dalla cucina fino alla gestione della sala è affidato in larga parte a ragazzi con la sindrome di Down e a persone con disabilità, impeccabili nelle loro divise con gilet arancione e camicia bianca, una risorsa realmente operativa.
Si è avuto la dimostrazione di come sia possibile conciliare impresa sociale e business, la prova di come si possa ribaltare il concetto di assistenza al disabile, che da fruitore del servizio turistico ne diviene il gestore. In questo albergo si percepisce come questi ragazzi hanno sviluppato una forma di indipendenza, che permette loro di affrontare il mondo del lavoro e la quotidianità. Gentilezza e precisione sono il valore aggiunto e danno ai clienti.
Ai ragazzi, oltre alla possibilità di imparare un mestiere, viene offerto uno spazio in cui gestirsi e sperimentare un apprendimento “tra pari” in cui i più esperti trasferiscono competenze e capacità ai nuovi arrivati, in funzione di una loro autonomia. Un grande esempio per superare lo spirito assistenzialistico e retorico, che troppo spesso accompagna l’inserimento dei portatori di handicap nel mondo del lavoro.
Si è sperimentato che ciò non è solo un’opportunità di lavoro, ma anche un invito alla riflessione, di considerare i disabili persone con un potenziale notevole di capacità operative e relazionali, che per essere espresse necessitano solo di una guida, di un percorso formativo più paziente e di mansioni settoriali con compiti specifici. Da questa realtà emerge la vera forza dell’Albergo Etico, dove le differenze sono sfumate e il loro lavorare insieme diventa la normalità, con un’apertura mentale nuova e un approccio alla vita più consapevole.