Di Franca D.Scotti
La recente importantissima scoperta della “Señora de Cao” nel Nord Perù al centro della proposta Earth Viaggi “Dai Moche agli Inca”, tra storia e archeologia
Quale mezzo migliore per alleggerire l’overtourism che individuare altre nuove, sconosciute attrazioni?
È quello che sta succedendo in Perù, dove è interessante esplorare l’area nord, meno battuta dal turismo organizzato. Qui, all’interno del complesso archeologico di El Brujo, una grande scoperta ha rivoluzionato la comprensione del ruolo delle donne nell’antica società Moche.
L’autore della scoperta, l’archeologo Régulo Franco, è stato protagonista a Milano di una serata dedicata a stampa e agenzie, organizzata da Promperù ed Earth Viaggi, alla presenza del Console Generale del Perù a Milano Ana Teresa Lecaros.
Nella conferenza “Dai Moche agli Inca – Dalla Señora de Cao a Machu Picchu”, il dott. Franco ha raccontato la scoperta della “Señora de Cao”, icona dell’archeologia peruviana, la mummia di una donna appartenente alla cultura Moche, risalente a circa 1.700 anni fa.

Corona y diademas de cobre dorado, halladas en la tumba de la Señora de Cao. Museo Cao, Complejo Arqueológico El Brujo
E’ uno dei più importanti ritrovamenti archeologici degli ultimi 20 anni, che mette in luce l’importanza delle donne nell’ambito della civiltà Moche, la civiltà più famosa del Perù antico soprattutto per le sue produzioni artistiche.
Lo si desume da molti elementi: i disegni geometrici dipinti sulle pareti della tomba, i tatuaggi sulle caviglie e sui piedi, quelli sulle braccia raffiguranti serpenti e ragni (che nella simbologia andina sono attribuiti ad un carattere semidivino), strumenti per la lavorazione del tessuto e splendidi gioielli in oro e rame. La Señora de Cao fu scoperta in un involucro funerario di oltre 100 chili e il suo straordinario stato di conservazione ha rivelato non solo la sua pelle e i suoi tatuaggi, ma anche il suo ruolo di governante nella cultura Moche.
Accompagnata dai suoi simboli di autorità e ornamenti dal forte valore simbolico, la Señora de Cao ci collega a un passato in cui anche le donne guidavano e governavano.
La scoperta della mummia rappresenta un importante tassello nella comprensione dei Moche, una delle civiltà più creative e pulsanti del mondo preispanico, avanzatissimo nella lavorazione dei metalli e della ceramica.
Si amplia quindi l’area del turismo peruviano, verso la costa settentrionale.

Sonajero de oro moche, en el Museo Tumbas Reales de Sipán
“Mentre il Perù sottolinea l’importanza della rotta sud come prioritaria, Lima, Cusco, Puno con estensioni verso Madre de Dios e Ica, continua anche a promuovere rotte complementari come la Ruta Moche sostenendo iniziative come “Dai Moche agli Inca” con l’archeologo Regulo Franco, e l’Amazzonia con il lancio mondiale del film Paddington in Perù”, comunica Joan Manuel Barrena Chávez, direttore Promperù Italia.
Earth Cultura e Natura, che vuole stimolare una nuova visione del viaggio, inteso non solo come esperienza turistica, ma come strumento di conoscenza e dialogo tra culture, propone appunto percorsi meno battuti, alla ricerca della vera essenza di un luogo, delle sue radici e delle sue storie meno conosciute, ma di straordinaria rilevanza culturale.
“Dai Moche agli Inca” è un viaggio tra storia e archeologia di Earth Cultura e Natura: partenza speciale a giugno con l’eccezionale accompagnamento dell’archeologa Dott.ssa Jenny Alva, profonda conoscitrice della cultura Moche e del patrimonio archeologico del Perù. www.earthviaggi.it
Il turismo italiano in Perù
L’Italia si consolida come un mercato chiave per il turismo peruviano, raggiungendo la quinta posizione tra i paesi europei che visitano il Paese, dopo Spagna, Francia, Germania e Regno Unito.
Questo dato sottolinea l’importanza strategica del mercato italiano per il Perù.
Il mercato italiano mostra un significativo potenziale di crescita per il turismo in Perù. Nel 2024 si è registrato un incoraggiante aumento del 49% degli arrivi, con 55.000 turisti italiani che hanno scelto il Perù come meta. Tuttavia, c’è ancora margine di recupero per raggiungere i livelli del 2019, con un gap attuale del 24%. Nel 2025 si prevede una crescita del 20%, con l’ambizione di ripristinare nel 2026 le cifre pre-pandemia.