
Di Stefano Modena
Quando la Juventus scenderà in campo a Bodø, il 25 novembre, si troverà davanti qualcosa che va ben oltre una partita di calcio: un’intera città che ha trasformato un sogno sportivo in un simbolo di identità e di resilienza. E, per chi ama i viaggi, un’occasione rara per scoprire una delle mete più sorprendenti dell’Artico europeo.
LA CITTÀ DOVE LA CHAMPIONS INCONTRA L’AURORA
Bodø conta poco più di 53.000 abitanti, appena abbastanza per riempire uno stadio di media grandezza. Il loro impianto, invece, ne ospita 8.270. Eppure, è proprio qui, a nord del Circolo Polare Artico, che la UEFA Champions League arriva per la prima volta nella sua storia. Chi immagina una città immersa nel freddo e nel buio non si sbaglia del tutto, ma rischia di perdersi ciò che rende Bodø davvero speciale: una luce invernale che sembra disegnata da un pittore, un cielo che può accendersi di aurora boreale proprio sopra il campo da gioco e un calore umano che sorprende chiunque arrivi “dal sud”. Non è un caso che i tifosi locali, rivolgendosi idealmente alla Juventus, dicano: “Copriti bene, ma poi ci penseremo noi a scaldarti con la nostra passione.” È un messaggio che sintetizza bene lo spirito della città.
LA FAVOLA DEL GLIMT: QUANDO LA PASSIONE VALE PIÙ DEI MILIARDI
Il Bodø/Glimt non è solo una squadra, è la rappresentazione concreta di ciò che tenacia, ingegno e senso di comunità possono produrre in un luogo apparentemente marginale. Nel 2010 il club era a un passo dalla bancarotta. I giocatori non venivano pagati, i tifosi raccoglievano bottiglie per ricavare qualche corona dal vuoto a rendere, i pescatori donavano pesce al club per venderlo e sostenere le casse, le associazioni locali contribuivano come potevano. Un decennio dopo, la squadra è diventata la più solida economicamente del campionato norvegese, ma non perché spalleggiata da sponsor faraonici. Nel 2024 i ricavi sono stati di circa 29 milioni di euro, cifre minuscole se confrontate ai 770 milioni del Manchester City, ma il Glimt è arrivato lo stesso in Champions. Per Thomas Solberg, leader della tifoseria J-feltet, è “un risultato straordinario”, merito di un lavoro silenzioso, della formazione dei talenti locali e di una mentalità che non ha mai accettato la rassegnazione.
BODØ OLTRE IL CALCIO: NATURA ESTREMA, CULTURA GIOVANE E GASTRONOMIA ARTICA
Chi arriverà in città per la partita scoprirà un luogo che vive il proprio rapporto con la natura in modo totalizzante. In inverno il sole non supera quasi mai l’orizzonte, ma la luce riflessa del cielo artico trasforma il paesaggio in un continuo crepuscolo colorato. Non è un caso che molti viaggiatori descrivano Bodø come una “porta d’accesso alla bellezza ostinata del Nord”. Un luogo idelae per chi ama l’aurora boreale, spesso visibile nei mesi più freddi, le escursioni artiche tra fiordi, coste frastagliate e panorami innevati, la cultura delle isole Lofoten, raggiungibili in poco tempo e la cucina del Nord, essenziale ma sorprendentemente ricca, basata su pesce locale, bacche, prodotti affumicati e tradizioni Sami.
Non mancano musei innovativi, una scena culturale in crescita e un’atmosfera giovane, alimentata dalla trasformazione urbana che ha accompagnato l’ascesa del Glimt.
LA PARTITA È SOLO L’INIZIO
Che la Juventus riesca a vincere o meno, è difficile immaginare che chi visiterà Bodø potrà dimenticare l’esperienza. La città sa accogliere e stupire, anche quando il termometro scende sotto lo zero. E, in fondo, lo sanno bene anche i tifosi locali, il vero spettacolo, qui, non si gioca solo sul campo. Per molti turisti sportivi, il viaggio in Norvegia del Nord potrebbe trasformarsi da trasferta a prima scintilla di una passione più grande, quella per la natura, per il cielo artico e, perché no, per una città che ha dimostrato che i miracoli non servono, basta crederci insieme.