In merito alle voci sulla possibilità di reintrodurre la tassa di soggiorno per i turisti che alloggeranno a Roma, le Presidenti di Confindustria AICA, Elena David, e di Confindustria Alberghi, Maria Carmela Colaiacovo, si dichiarano estremamente sorprese e preoccupate. Le notizie riguardo agli interventi per Roma sono estremamente allarmanti. E’ gravissimo che in questo momento di crisi venga colpito proprio il turismo ed il settore alberghiero in particolare.
Ipotizzare una tassa di soggiorno fino a 10 euro e un’addizionale di 1 euro sui diritti di imbarco in arrivo e partenza dagli aeroporti della capitale, vuole dire chiudere le possibilità di recupero per un settore che già sta soffrendo gravemente per la crisi.
Una ipotesi che contrasta con esigenze di sviluppo e con le dichiarazioni del Premier Silvio Berlusconi, che solo un anno fa dichiarava di puntare al raddoppio del Pil turistico.
Gli interventi ipotizzati per Roma – che rischiano poi di essere emulati da altri comuni a caccia di risorse – colpiscono pesantemente le aziende alberghiere che oltre a dover sopportare la tassa di soggiorno si troverebbero anche a sostenere l’aumento fino al 4 per mille delle aliquote ICI che già gravano pesantemente sulle strutture alberghiere.
Tutto ciò dove l’ospitalità extra alberghiera si è sviluppata negli ultimi anni senza controllo, favorendo il sommerso e una concorrenza sleale nei confronti dell’industria alberghiera.
Un provvedimento miope che danneggia la competitività di un settore che dovrebbe essere traino dello sviluppo e che più di altri può ancora generare occupazione, e iniquo perché colpisce proprio quelle aziende che contribuiscono maggiormente alle casse comunali con le tante imposizioni locali – tarsu, ici, irap, ecc. – cui sono soggette.