Per le celebrazioni del quarto centenario dalla morte di Caravaggio, il prossimo 21 dicembre 2010 la Soprintendenza Speciale per il Patrimonio Storico, Artistico ed Etnoantropologico e per il Polo Museale della città di Roma, diretta da Rossella Vodret, presenterà una mostra del tutto inedita e in forma sperimentale e didattica per ricostruire la bottega di Caravaggio nelle cosiddette “Sale Quattrocentesche” di Palazzo Venezia.La mostra, dal titolo “Caravaggio. La Bottega del Genio”, è organizzata dalla società Munus e ha come main sponsor Banca Etruria.
L’idea nasce dal fatto che, nonostante l’imponente bibliografia su Caravaggio, la sua tecnica esecutiva – cioè in che modo Caravaggio realizzava i suoi splendidi capolavori – è ancora un mistero, oggetto ancora oggi di studi approfonditi e specialistici.
Per cercare di capire meglio i suoi processi creativi ed entrare nei meccanismi delle sue composizioni e del suo singolare approccio alla realizzazione delle sue opere di sconvolgente modernità, sarà presentata nelle “Sale Quattrocentesche” un’ipotesi di allestimento dello studio di Caravaggio negli anni romani.
L’ipotesi, basandosi sulle recenti ricerche, prende spunto dalle fonti contemporanee all’artista, da quelle letterarie quali Mancini, Baglione, Sandrart, Bellori a quelle archivistiche come l’Inventario delle robbe del 1605, che elenca i beni posseduti dal pittore nel 1605. È da queste fonti, infatti, che è possibile desumere alcuni dati fondamentali per capire la tecnica usata da Caravaggio sia per ricreare la luce che illumina i suoi modelli, sia per indagare i modi utilizzati per la loro riproduzione sulla tela, anche attraverso l’utilizzazione di strumenti ottici, quali specchi e lenti, di cui l’artista probabilmente si serviva.
La mostra di Palazzo Venezia – ideata da Rossella Vodret e curata da Claudio Falcucci – presenterà le più importanti ipotesi avanzate dagli studiosi specialisti di questo argomento, tenendo presenti le conoscenze scientifiche dell’epoca di Caravaggio e offrendo al visitatore l’opportunità per comprendere la lettura, in chiave documentale, della complessità del dipingere del grande Maestro lombardo, sia dal punto di vista tecnico che concettuale.
Verranno messe in opera quattro ipotesi di ricostruzione delle tecniche esecutive di Caravaggio utilizzando come modelli sculture in vetroresina: dalla Canestra di frutta al San Girolamo scrivente, dal Bacchino malato alla Medusa.
Le prime tre ipotesi saranno in relazione alla Canestra e si baseranno sul ricorso a lenti, fori stenopeici – un semplice foro posizionato al centro di un pannello che funge da obiettivo – e specchi per la proiezione del soggetto sulla tela come guida per l’esecuzione pittorica, ma soprattutto come mezzo per osservare la realtà.
La Magia Naturale di Giovan Battista della Porta (1558, ma riedito con ampliamenti nel 1584, periodo nel quale Caravaggio studiò a Milano presso la bottega di Simone Peterzano) è una delle fonti che può aver ispirato questo metodo. La canestra di frutta, che sarà presente nell’allestimento grazie a una ricostruzione realizzata in vetro resina sul modello originale, verrà proiettato su tre tele per verificare la diversa messa a fuoco dell’oggetto osservato.
La quarta ipotesi consisterà nell’impiego di uno specchio piano, il cosidetto specchio grande citato nel prima ricordato Inventario delle robbe, usato come piano di riflessione per i modelli. Praticamente uno schermo di traduzione ottica bidimensionale della composizione scenica. Il visitatore potrà direttamente porsi al posto del pittore, vivere la scena visualizzando il modello nello specchio così come potrebbe averlo collocato Caravaggio nel mettere a punto la sua composizione, vedere accanto a lui la tela preparata con lo stesso tono e le medesime incisioni presenti nell’originale. Il modello, in questo caso, sarà il San Girolamo scrivente della Galleria Borghese, anch’esso realizzato in vetroresina in dimensioni al naturale. L’uso dell’immagine riflessa per lo studio del chiaroscuro e dello scorcio verrà illustrato e commentato attraverso i trattati di Leonardo, Leon Battista Alberti e Filarete.
Alla mostra sarà abbinato un ciclo di conferenze, che si svolgeranno tra gennaio e febbraio, a Palazzo Venezia, con cadenza settimanale, ideato da Rossella Vodret e curato da Marco Cardinali e da Maria Beatrice De Ruggieri. In esso, i curatori della mostra e i membri del comitato di studio avranno modo di spiegare e illustrare i processi creativi e tecnici di Caravaggio.
Nell’iniziativa della Soprintendenza Speciale per il Patrimonio Storico, Artistico ed Etnoantropologico e per il Polo Museale della città di Roma rivivrà la sperimentazione ottica del grande artista lombardo e prenderà forma il suo modo di osservare la realtà, nella speranza di poter così afferrare con qualche certezza in più le motivazioni più profonde del suo “GENIO”.