Spesso, nel turismo, viene a galla il problema dell’abusivismo e sono soprattutto gli agenti di viaggio a parlarne in quanto sono le prime “vittime” di un fenomeno che è ben lungi dall’essere risolto. Il fatto è che ancora oggi non si riesce a capire se sia un caso da combattere o, addirittura, da sostenere. Ciò che ho appena affermato, a prima vista, può sembrare un controsenso ma, in realtà, non lo è affatto. A destra e a manca viene detto che “bisogna combattere l’abusivismo” ma, fino ad oggi, niente o poco è stato fatto per curare una “piaga”, che si è andata sempre più estendendo – anche grazie a certe normative che hanno facilitato questo fenomeno. Da anni si parla di questo disgraziato caso ma nessuno ha mai affrontato seriamente il problema perché, in fondo, tutti condannano gli abusivi ma quando ne capita uno “sotto mano”, soprattutto i T.O. si guardano bene dal denunciarli o dal mandarli presso le ADV per prenotare sia i clienti singoli che i gruppi.
La moralità non è più di casa nel nostro paese…
Senza nessuna moralità trattano direttamente con gli abusivi – anche quando non hanno la licenza che glielo consente – escludendo quelle realtà che sono nate come intermediarie tra i T.O. e i clienti. Ma da troppo tempo gli ADV vengono considerati solo quando i T.O. sono in difficoltà e hanno bisogno dell’aiuto dei dettaglianti per poter andare avanti. Credo che sia arrivato il momento di un ritorno al…passato per ciò che concerne la serietà e l’onestà nei rapporti fra le parti. Mi piacerebbe sapere quando tempo resterebbero in piedi gli operatori se non avessero le agenzie alle spalle! Ricordo ancora con quanto disprezzo il General Manager di Ryanair definì gli ADV “i rami secchi del turismo”, eppure credo che anche le ADV tanto deprecate contribuiscano da anni ad arricchire la compagnia irlandese. Eppure…il settore agenziale, che negli anni d’oro sembrava insostituibile, pare essere diventato una sorta di “peso morto” per tutti. Dalle compagnie aeree a Trenitalia, dai T.O. agli hotel, sembra che tutti possano lavorare autonomamente senza l’aiuto delle ADV.
Abusivismo? No…si…ni
Ma torniamo al nostro discorso iniziale: chi sono esattamente gli abusivi? Generalmente si pensa agli agenti di viaggio che operano senza avere una regolare licenza (e nessuno vuole negare che ne esistano) ma, e qui sta il bello, l’abusivo è spesso una persona che ha già un lavoro ed arrotonda il suo stipendio con le commissioni. Ma non c’è solo questa figura a far concorrenza agli ADV regolari…
Oltre all’intermediario, senza titoli né licenza, infatti, troviamo le tante associazioni culturali, cosiddette senza scopo di lucro, o i Cral che organizzano viaggi per i loro soci appoggiandosi direttamente ai tour operator, oppure alle compagnie aeree e agli alberghi, sostituendosi di fatto, in quest’ultimo caso, anche agli ADV e ai T.O.
Nel primo caso, però, si tratta di persone che hanno una cerchia di conoscenti e amici, che effettuano più di un viaggio l’anno, e che di solito lavorano in posti che lasciano tanto tempo libero da gestire come si vuole oppure sono pensionati.
Nel secondo caso, invece, si tratta di gente che ha fatto parte di Cral o di ex agenti di viaggio che sanno come muoversi agilmente nel mercato, conoscendone ogni segreto.
Il singolo, rivolgendosi direttamente agli operatori, non fa altro che togliere (tanto per cambiare) il lavoro alle agenzie dettaglianti, che esistono proprio per far da tramite tra i clienti e i T.O.. L’intermediario abusivo intasca “in nero” una commissione, che l’agenzia regolare deve fatturare e, addirittura, a volte ottiene commissioni più elevate di quelle dei dettaglianti – tanto niente avviene alla luce del sole e nessuna agenzia lo potrà mai sapere. Non solo, non essendo un agente di viaggio, a volte scredita la categoria per la mancanza di professionalità che inevitabilmente dimostra (non ci si può improvvisare bravi agenti di viaggio così come non ci si può improvvisare geometri o ingegneri ecc..).
Per ciò che riguarda le associazioni, se tutte fossero realmente culturali non ci sarebbe niente da obiettare, purtroppo per la categoria, molte sorgono perché vogliono sostituire l’agenzia di viaggio senza pagare tasse, né personale, né le varie fideiussioni né i diritti tecnici ecc…. Ma vi risulta che quando questi personaggi si presentano ai T.O. qualcuno di questi li mandi via? Non pensate invece che ci siano operatori che hanno un lavoro continuo con questi abusivi? E perché a questi personaggi non viene richiesta la regolare licenza prima di offrire i propri servizi, così come avviene con le agenzie di viaggi? Perché non vengono indirizzati verso le agenzie che perdono quotidianamente un numero considerevole di clienti?
Jungla o anarchia?
Non basta la crisi economica e la disattenzione di un Ministro che si occupa di tutto fuorché di ciò che accade nel settore del quale si dovrebbe occupare, le ADV se la devono vedere da soli anche in situazioni come queste che rendono ancora più critica la loro posizione nel turismo e la loro stessa sopravvivenza. Alcuni T.O., prima di iniziare a lavorare con le ADV, fanno loro il cosiddetto “pelo e contropelo”, ai “praticoni” del turismo, invece, fanno ponti d’oro.
E’ veramente uno dei settori dove vige la legge della jungla: l’animale più grande mangia il più piccolo, oppure regna l’anarchia più totale e ognuno può fare quello che vuole impunemente.
Uno dei grandi problemi del nostro paese è che le leggi esistono ma nessuno le rispetta e nessuno le fa rispettare. Le regole e l’etica professionale vengono buttate senza troppi problemi alle ortiche pur di acquisire un nuovo cliente. Un po’ di serietà non guasterebbe in un settore che va peggiorando anche per l’ingresso di personaggi provenienti da campi che nulla hanno a che fare con il turismo e che, talvolta, si servono delle agenzie per coprire attività meno pulite e più redditizie, a scapito di quelle agenzie che con grandi sacrifici e tanta onestà portano avanti un comparto tanto importante per l’economia nazionale, anche quando avrebbero voglia di buttare alle ortiche tutto quanto perché non viene più riconosciuta la loro utilità, la loro professionalità e il loro grande amore per il lavoro che svolgono.
Viviamo proprio in uno strano paese! Meriterebbe non solo la fuga dei cosiddetti “cervelli”, ma di tutti quegli italiani che il “fu” Belpaese non merita affatto!
Liliana Comandé
Grazie Marilena. Secondo me non ci vuole coraggio nel denunciare le magagne del settore ma, semplicemente essere coerenti con il mestiere che facciamo. Il giornalismo è dire la verità e raccontare le cose come stanno. Questo è anche il mio credo ed è, forse, per questo che ho la fortuna di essere molto seguita da voi ADV. Un saluto.
Carissima Liliana nel tuo intervento che apprezzo e condivido hai messo il dito nella piaga:ma la piaga non è solo l abusivismo nel turismo,fenomeno che assesta un altro duro colpo alle Adv e alla professionalità del settore;fenomeno che nessuno nè a livello legislativo(la maggioranza degli abusivi opera in nero)nè a livello di comparto(sono gli stessi TO a stimolarne l opera)si è preso la briga di combattere.Ma la vera piaga riguarda la mancanza di etica e moralità,malattia che ha invaso il paese con un effetto-domino e che fa venir voglia di prendere e andarsene,soprattutto dopo aver conosciuto altre realtà dove il rispetto delle regole è ancora un valore.Non c è da stupirsi,quindi,di fronte alla fuga dei cervelli,delle aziende e di tanti stufi di un paese sempre più in preda all anarchia.Un caro saluto
Rino Siconolfi
Caro Rino, in effetti l’illegalità nel nostro, come in altri settori, ti fa venire la voglia di scappare o di diventare un illegale anche tu. Tanto l’onestà, a quanto pare, non paga. La moralità e l’etica, al giorno d’oggi, sono solo parole e niente più. La mia preoccupazione è semplicemente una: quanto durerà questo settore così abbandonato a se stesso? Un caro saluto.
Cara Liliana condivido la tua preoccupazione:il problema che poni è reale perchè il turismo è un settore abbandonato a se stesso in modo inversamente proporzionale alle sue potenzialità sia per la valorizzazione del territorio,con l opportunità di sviluppo economico sia dal punto di vista occupazionale in quanto sia il settore incoming che il settore outgoing rappresentano una voce rilevante.Nonostante tutto questo il turismo,unica industria che non delocalizza e che rappresenta il 12% del Pil,resta privo di tutela e degli ammortizzatori sociali necessari,di cui altri settori hanno beneficiato in abbondanza.La stessa reintroduzione del Ministero la dice lunga:un Ministero non deve essere semplicemente un poltronificio,ma un soggetto strutturato in modo da affrontare,attraverso team specializzati,le problematiche e trovare le migliori soluzioni.Il Ministero del Turismo è nato senza portafoglio e non,come avrebbe dovuto,come un dicastero strutturato e in grado di affrontare la complessità delle problematiche dell industria turistica.Dico questo perchè difficilmente mi si può obbiettare la mancanza di fondida destinare a questo scopo quando,contemporaneamente,veniva istituito il Ministero dell Attuazione del Programma(ma i Ministri avevano bisogno di una badante?)con tanto di sottosegretario….é di fronte a questa inerzia di fronte alla crisi di un settore che,se messo nelle opportune condizioni,potrebbe essere la locomotiva dell economia italiana che bisognerebbe stare sugli scudi e cercare di fare finalmente sistema prima che sia tardi.Un caro saluto
Rino Siconolfi
Caro Rino, non c’è una parola che io non condivida. Hai ragione su tutti i fronti. Il fatto è che non mi aspetto niente di buono – per il settore – neppure da questo Governo tecnico.