Il Parco Regionale dei Monti Picentini partecipa per la prima volta come espositore alla prossima edizione del TTI alla Fiera di Rimini, dal 24 al 25 ottobre.
Il Parco, istituito nel 1993, occupa una superficie di 65.000 ettari, si trova tra la provincia di Salerno e quella di Avellino e racchiude una vasta area montuosa che comprende i picchi del Terminio, della Felascosa, della Raiamagra, del Calvello, del Cervialto, del Polveracchio, del Raia, del Nai, della Monna  e del Costa calda. Il Parco ospita la più rigogliosa distesa forestale e il più grande serbatoio d’acqua del Sud Italia.

“Abbiamo intenzione di presentare il Parco agli operatori turistici italiani incoming e a quelli stranieri presenti al TTI – ha dichiarato Deborah Repaci, esperta di marketing turistico incoming del Parco – in quanto il primo passo che vogliamo fare è quello di promuovere l’inserimento del Parco nei circuiti turistici che toccano la Campania. Possiamo offrire due tipologie di itinerari, una maggiormente sportiva legata alla possibilità di organizzare trekking ed escursioni a piedi ma anche in mountain bike, la seconda alla ricca e varia enogastronomia che ne caratterizza il territorio. Stiamo mettendo a punto un progetto di marketing territoriale che consenta a quest’area di sviluppare una rete di relazioni con tutti gli attori del settore turismo, pubblici e privati, al fine di valorizzarne gli aspetti ambientali, culturali, storici e naturalistici.
Una delle iniziative che abbiamo intrapreso è stata quella della firma del Patto di Gemellaggio, Collaborazione e amicizia tra il Parco Regionale dei Monti Picentini e il Lycksele Djupark di Lycksele, in Svezia, grazie al quale abbiamo posto le basi per una cooperazione negli ambiti di sul Lupo. Infatti, sia il lupo italiano sia quello svedese sono a rischio di estinzione per una serie di motivi, come la vicinanza territoriale dei parchi alle aree abitate, l’adattamento del lupo ai cambiamenti climatici recenti, che influisce sui cambiamenti nelle abitudini. Non solo, l’esperienza maturata dal Parco svedese nell’ambito della promozione del turismo come strumento di valorizzazione territoriale sarà fondamentale anche per la promozione del Parco Regionale dei Monti Picentini. A metà ottobre è previsto il park twinning con il Parco Etosha che si trova in Namibia: il filo conduttore del gemellaggio tra questi due parchi è l’ecoturismo e l’impatto dei cambiamenti geoclimatici sulle risorse idriche”
conclude Repaci.

Lo stand al TTI si trova al Padiglione A7 numero 123 e sarà caratterizzato dalla presenza di simpatici cuccioli di alaskan malamute, in rappresentanza del lupo. Inoltre, proprio al fine di presentare agli operatori partecipanti le caratteristiche del prodotto, venerdì 24 ottobre alle ore 13:00 presso la sala Diotellevi 1 si terrà una presentazione dal titolo “Dalla Svezia alla Namibia: il Parco dei Monti Picentini”. Tra i relatori, Sabino Aquino, Presidente del Parco, Deborah Repaci, esperta di Destination Management, Johan Cavallini, Direttore Italia VisitSweden e Davide Bomben, Direttore Marketing del Diamante, operatore del Consorzio Quality Group e presidente dell’Associazione Italiana Esperti d’Africa.

“Tante sono le motivazioni per visitare il Parco Regionale dei Monti Picentini – precisa Deborah Repaci –. Qualche esempio? Le grotte di San Michele di Olevano sul Tusciano, raggiungibili soltanto a piedi, uniche in Europa perché al loro interno ci sono 5 cappelle, due delle quali affrescate, “incorniciate” da stalattiti e stalagmiti; Giffoni, dove si svolge ogni anno il Giffoni Film Festival. La zona offre inoltre l’opportunità di soggiornare in alberghi diffusi nei comuni di Castalvetere, di Calabritto, di Volturara, di Sieti anche definito “Paese Albergo”: si tratta di borghi antichi diventati alberghi dove le piccole case del borgo oggi sono le stanze dell’albergo, il bar del borgo è la sala colazione e così via.”

PROFILO DELL’AREA

Il parco ospita un patrimonio faunistico ricco di mammiferi, roditori, uccelli e rettili. Tra i mammiferi troviamo il lupo, animale in via di estinzione e specie protetta, la lince, la volpe e il gatto selvatico la cui presenza è segno evidente dell’integrità dell’ambiente boschivo. Tra i rettili troviamo il biacco, il cervone e tra le vipere, l’aspide, mentre i roditori sono ben rappresentati dal moscardino e dal ghiro. L’avifauna conta numerose specie di uccelli tra cui il picchio nero, il gufo, il falco pellegrino e  la maestosa aquila reale che si avvista in quota. Nel parco hanno sede le oasi del WWF del Monte Polveracchio, della Valle della Caccia e dell’Accellica.

I borghi che si trovano nell’area sono i seguenti. In Provincia di Avellino, 17 comuni: Bagnoli Irpino, Calabritto, Caposele, Castelvetere sul Calore, Chiusano San Domenico, Lioni, Montella, Montemarano, Montoro Superiore, Nusco, Santa Lucia di Serino, Santo Stefano del Sole, Senerchia, Serino, Solofra, Sorbo Serpico, Volturara Irpina. In Provincia di Salerno sono 13 i comuni: Acerno, Calvanico, Campagna, Castiglione del Genovesi, Eboli, Fisciano, Giffoni Sei Casali, Giffoni valle Piana, Montecorvino Rovella, Olevano Sul Tusciano, Oliveto Citra, San Cipriano Picentino e San Mango Piemonte.

Il territorio è definito il “serbatoio d’acqua” del sud Italia: un ambiente fatto di colline ricoperte di macchia mediterranea, flora lussureggiante ideale per il trekking, valli e grotte di straordinaria bellezza.

Tutto, nella zona dei Picentini, invita il turista ad apprezzare i ritmi naturali, e l’intenso legame tra ambiente e prodotti tipici, rispetto del territorio e tradizione.

Luogo di vacanza ideale per chi ama il turismo enogastronomico, di cui i borghi dei Monti Picentini rappresentano uno dei maggiori esponenti di tutta la provincia di Salerno: carne pregiata, salumi, formaggi, ma soprattutto castagne, nocciole, funghi e tartufi, sono i protagonisti dei piatti tradizionali picentini, che possono essere gustati nei numerosi ristoranti della zona ma anche nel corso delle numerose sagre che vengono organizzate per promuovere le prelibatezze del territorio.

Castagne di Montella e nocciole di Giffoni, questi due prodotti basterebbero, da soli, per definire l’area dei Picentini interessante dal punto di vista gastronomico. Ma c’è ben altro. In quest’area, storicamente poco popolata, è sopravvissuta una pastorizia estensiva che si concretizza, nei due versanti del parco, in produzioni casearie di assoluto pregio: sopra tutte, mozzarelle di bufala, sul lato salernitano, e caciocavallo, sia Silano che Podolico, principalmente sul lato avellinese. Da menzionare anche la tradizione del formaggio pecorino che si perpetua nella zona di Bagnoli Irpino e Montella, legata all’allevamento della popolazione autoctona di pecore Bagnolesi. Accanto alla pastorizia si segnala un’attività di frutticoltura, per ora solo a livello familiare, che ha nelle varietà tipiche campane il suo punto di forza. La pera Spadona estiva, dalla forma allungata e dalla buccia color verde chiaro, è coltivata sui terreni collinari orientali dei Monti Picentini. Consumata prevalentemente fresca è ottima anche per la produzione di sciroppi, gelatine e confetture. Recentemente ha ottenuto la Igp la mela Annurca, una varietà campana pregiata coltivata anche nel territorio del parco. Già nota agli antichi e citata quale Mela Orcula da Plinio il Vecchio, la mela Annurca dopo la raccolta viene posta su giacigli di legno per un paio di mesi: inizia così il periodo di maturazione o “arrossamento” al termine del quale le mele hanno raggiunto la colorazione rossa e il giusto equilibrio tra il dolce e l’acidulo che le caratterizza. Durante la permanenza nei melai le Annurche vengono girate e selezionate. Se la stagione è calda, per evitare che possano danneggiarsi, si coprono con frasche di castagno. La sera sono innaffiate perché non perdano buona parte dell’acqua contenuta nella polpa.

L’area dei Monti Picentini comprende zone geografiche di notevole importanza dal punto di vista vitivinicolo. Appartengono alla Doc Fiano di Avellino i comuni di Santo Stefano del Sole, Sorbo Serpico e Santa Lucia di Serino, mentre alla Docg Taurasi quelli di Castelvetere sul Calore, Montemarano, San Mango sul Calore.

Tutti questi elementi non sarebbero però valorizzati senza un adeguato sviluppo di accoglienza dei flussi turistici: piccoli alberghi, aziende agrituristiche, bed and breackfast sparsi per tutti i borghi dei Picentini, offrono tutto l’anno genuina ospitalità, efficienza e servizi mirati a riscoprire i sapori e i profumi della vita semplice di campagna.