Con una grande tavola rotonda la XVII Convention delle Camere di Commercio italiane all’estero ha affrontato i temi “caldi” del nostro comparto: la promozione e la commercializzazione del prodotto-Italia presso gli utenti di tutto il mondo. Tra gli interventi, quelli di Matteo Marzotto, presidente Enit, e del presidente Federcongressi Adolfo Parodi. Lunedì 13 ottobre Federcongressi è intervenuta, col proprio Presidente Adolfo Parodi, alla tavola rotonda Turismo congressuale come fattore di progresso e di economia dei territori nell’ambito della XVII Convention mondiale delle Camere di Commercio italiane all’estero (Fiera di Rimini, 11-15 ottobre).

Moderato dal giornalista del TG1 Enrico Castelli e presieduto dal Presidente di Assocamerestero Edoardo Pollastri, il dibattito ha visto succedersi al microfono anche il direttore RAI International (ed ex Presidente della Regione Lazio) Piero Badaloni, il Presidente Enit Matteo Marzotto, il Direttore generale ISNART (Istituto Nazionale Ricerche Turistiche) Giovanni Antonio Cocco, il Presidente del Torino Convention Bureau On. Livio Besso Cordero, il Presidente del Convention Bureau della Riviera di Rimini Mauro Ioli, il Vicepresidente Assocamerestero Augusto Strianese. Ampia e qualificata la platea, composta da oltre 200 funzionari delle 74 Camere di Commercio italiane operanti in territorio straniero: segno tangibile dell’interesse che il comparto congressuale riscontra a tutti i livelli della nostra economia, nonché dell’autorevolezza che a Federcongressi viene ormai unanimemente riconosciuta. Di seguito una sintesi di tutte le relazioni.

Intervento di Edoardo Pollastri Presidente Assocamerestero

Anche le Camere di Commercio sono molto interessate allo sviluppo dell’industria turistica. Da lungo tempo siamo in rapporti con Enit, e io stesso ho avuto un breve incontro col Sottosegretario On. Michela Vittoria Brambilla. Volentieri mettiamo a disposizione le nostre 74 Camere per aiutare l’Italia a recuperare il tempo perso nella promozione del territorio verso tutte le forme di turismo, in primis quella congressuale.

Intervento di Livio Besso Cordero Presidente Torino Convention Bureau

Torino ha vissuto, negli ultimi dieci anni, un processo di rinnovamento e riqualificazione davvero straordinario. Le Olimpiadi sono state soltanto una tappa di questo processo, che affonda le sue origini nientemeno che nella crisi industriale del 1990 e nella successiva trasformazione della città, sino ad allora consacrata all’auto e da lì in poi trasformata in un centro di notevole importanza terziaria, con l’area storica in gran parte riconsegnata ai pedoni. Nascono in quegli anni Torino Convention Bureau e Turismo Torino, che con l’indispensabile e fattivo apporto dell’amministrazione cittadina hanno permesso al turismo di prendere il volo. Nello specifico del congressuale, va notato che esso è traino di un turismo qualificato, ricco, di ritorno e culturalmente importante (cui dunque offrire locali prestigiosi: musei, nuovi bar, sedi storiche ecc). I risultati sono stati formidabili, con preziose ricadute in ogni settore. In questa sede dichiaro con piacere che i primi partner che abbiamo trovato nel nostro lavoro sono sempre state le Camere di Commercio italiane all’estero.

Intervento di Mauro Ioli Presidente Convention Bureau della Riviera di Rimini

Il nostro Convention Bureau è il punto di riferimento della filiera congressuale locale. Nasce nel 1994, dopo che già negli anni Ottanta il territorio, con i congressi politici che ospitava, aveva dato avvisaglie di disponibilità verso questa forma di turismo. E la riqualificazione è stata possibile grazie alle vocazioni che il nostro sistema ha messo in luce, in primis quella per la destagionalizzazione, sviluppo naturale di una capacità alberghiera straordinaria. Quali i programmi? Il CB intende promuovere, programmare e commercializzare Rimini come città dei congressi per 365 giorni all’anno, coordinando un’offerta coesa, stabilendo linee operative comuni per tutti, stimolando le istituzioni locali e garantendo la qualità complessiva della destinazione. A quest’ultimo dettaglio si riferisce il Marchio di Qualità “Rimini per i Congressi”, che definisce gli standard qualitativi del servizio internazionalmente riconosciuti e condivisi da tutti i soggetti partecipanti; ma abbiamo anche il “Club degli Ambasciatori”, vero e proprio corpo permanente di ‘ambasciatori del territorio’, costituito da professionisti che possono farsi portavoce della destinazione, e infine il COL, Comitato Organizzativo Locale, sistema funzionale allo sviluppo dell’offerta congressuale della provincia riminese, che coinvolge otto soggetti: la CIAA Rimini, la Provincia di Rimini, i quattro comuni di costa, Riminifiera e il Convention Bureau.

Intervento di Giovanni Antonio Cocco Direttore generale ISNART

Il turismo business e congressuale nel suo complesso vale il 2-3% del PIL (tra i 30 e i 50 miliardi di euro). È significativo soprattutto per i volumi che genera. Per l’alloggio il turista professionale spende 90-100 euro, contro i 55 del turista leisure; per la ristorazione 50 euro contro 20. E sono solo due esempi. Oltretutto, poiché alla base della scelta per una vacanza c’è la pregressa conoscenza del posto, un viaggiatore d’affari che s’è trovato bene nella destinazione in cui ha soggiornato per lavoro certamente ci tornerà in vacanza. Ecco dunque che i due grandi comparti del turismo debbono parlarsi, agire insieme. Quando ciò accade è un bene per tutti: l’anno scorso, per esempio, un grande evento egiziano è stato assegnato alla città di Roma grazie a un filmato realizzato per il leisure nel 2003: e il competitor era Montreal, non certo l’ultimo arrivato! L’Italia ha grandi punti di forza che non vengono adeguatamente comunicati. Ad esempio nessuno sa che la nostra è la nazione con più elementi certificati in termini di Ecolabel (compatibilità ambientale). Comunque sulla questione della promozione abbiamo iniziato alcune sperimentazioni come sistema camerale.

Intervento di Matteo Marzotto Presidente ENIT

L’Italia come brand ha tutto il potenziale per essere energica e sostenere ogni concorrenza. Il problema, semmai, è l’abitudine degli italiani a essere i primi nemici di loro stessi. Ciò, nello specifico del congressuale, che costituisce il bacino delle più raffinate esperienze di viaggio, ci si ritorce contro: solo il 10% dei nostri flussi congressuali provengono infatti dall’estero. E ciò stride e contrasta profondamente con un trend che da 10 anni porta le nostre imprese a creare il maggior valore proprio andando oltre frontiera. Allora voi capite che qualcosa non torna. Ci sono difficoltà evidenti, come la carenza di grandi centri congressi. Ma io credo che il problema vero stia altrove, nella necessità di non frammentarsi, di lavorare insieme, riempiendo di contenuti la comunicazione del nostro Paese. Occorre mettersi d’accordo su numeri che ci consentano di valutare il lavoro. Poi si vedrà. Ci sono settori in cui dall’Italia ci si attende la perfezione, come l’abbigliamento, la moda, da cui peraltro provengo. Nel turismo invece ci si attendono simpaticamente delle imperfezioni, gli stranieri ogni tanto lo dicono: non veniamo qui per essere trattati come a Kansas City, sappiamo che ci sarà qualche dettaglio sbavato, qua e là. Ecco, al di là del fatto che questa pretesa perfezione dell’accoglienza all’estero è tutta da verificare, io dico: qualifichiamole, queste imperfezioni! Enit è pronta a dare tutto il suo contributo di comunicazione e promozione, con i suoi 250 addetti nelle sue 26 sedi, più gli osservatori presso le Camere di Commercio all’estero, che sono preziosi uffici di rappresentanza. Il patrimonio c’è, ma va comunicato insieme a tutti. Nemmeno noi dell’Enit possiamo essere lasciati soli.

Intervento di Piero Badaloni Direttore Rai International

Rai International è disponibile ben volentieri a promuovere il Paese nel mondo, ma deve a sua volta recuperare un po’ di ritardi. Il suo precursore, la Direzione Esteri attiva sino a dieci anni fa, era tutta sbilanciata sulla radio. Poi per tre anni c’è stata una grossa accelerazione, dopodichè nuovo stop per sette anni. I discorsi che si sentono qui oggi sono tutti giusti e condivisibili: quello che stupisce è che sia attuale farli. E in effetti è proprio il gioco di squadra che ci fa difetto. Nei tre anni trascorsi a Bruxelles come corrispondente Rai mi faceva rabbia vedere con quanta compattezza le delegazioni straniere chiedessero i fondi per i loro Paesi, a fronte della litigiosità delle nostre. E a questo problema se ne aggiunge un altro, più generale, del sistema mediatico italiano, che è troppo chiuso nei suoi provincialismi. Dall’estero l’Italia appare il Paese del gossip in tutte le cronache, dal nero al rosa. Ecco, allora bandiamo le nostalgie e i nostalgici, e trasmettiamo l’immagine di un Paese concentrato sul proprio futuro e sulle proprie forze. E comunichiamo le nostre eccellenze, non il resto. I programmi di approfondimento, che parlano più che altro di Cogne o simili, non le valorizzano. Noi lo facciamo come Rai International, ma i nostri programmi, che rimbalzano da un continente all’altro, non toccano l’Italia. E sarebbe bello che venissero trasmessi anche dai canali nazionali. Come dire, facciamo uno spot su noi italiani e mettiamolo nel sistema mediatico.

Intervento di Augusto Strianese Vicepresidente di Assocamerestero

Internazionalizzare significa cogliere l’opportunità di entrare in nuovi mercati esponendo non i propri mezzi ma i propri modelli, accrescere la competitività del Paese, conoscere norme e meccanismi per migliorarsi, conoscere persone nel mondo, rapportarsi coi territori più disparati senza la barriera della lingua. Il ruolo delle Camere di Commercio in questo è straordinario. E il turismo congressuale è un mezzo in più molto efficace per conseguire gli obiettivi dell’internazionalizzazione. Basta un evento di pochi giorni per far conoscere un territorio ai partecipanti. Ciò favorisce la comunicazione e crea legami. Salerno, la mia provincia, è in questo una case history di successo: è rappresentativa del nostro Paese, con un grande patrimonio storico, balneare, termale ed enogastronomico. Tante le aree naturalistiche e centinaia i chilometri di coste, disseminati di bandierine blu. Gli alberghi a 4 e 5 stelle sono il 23,5% del totale, contro una media nazionale del 12,4%, e il turismo congressuale rappresenta oltre il 10% dei flussi complessivi, in linea con i territori a vocazione ma al di sotto di alcune aree particolarmente vocate, come Rimini. Insisteremo su questa falsariga: non a caso da poche settimane abbiamo un aeroporto tutto nostro, il “Cista d’Amalfi”.

Intervento di Adolfo Parodi Presidente Federcongressi

L’esperienza di Federcongressi è all’insegna della coesione, e mostra come tutto divenga più facile quando questa c’è. Non per caso pochi mesi dopo la nascita della nostra federazione, nel 2004, prese il via il progetto Italia for Events, che nel tempo è riuscito ad aggregare ben 17 Assessorati regionali al Turismo in un’omogenea e qualificata rappresentanza del nostro Paese alle principali fiere di settore. All’interno di Ife lavorano insieme le Regioni, Federcongressi e l’Enit. È dunque un caso di concertazione di successo. Da anni alle fiere di settore l’Italia interviene in forma unitaria, con espositori scelti sulla base di criteri oggettivi d’importanza. Prima invece c’era una sorta di diaspora, per cui l’Enit interveniva per conto proprio, e altrettanto facevano le Regioni. Sono dell’idea che sì, effettivamente il congressuale può fare da “apripista” per l’Italia all’estero. Ora però occorre un passo in più: la “marca” Italia deve trovare in uno strumento coordinato e definitivo, quale un convention bureau nazionale, la forma privilegiata di promozione. Diversi gruppi di lavoro, nelle prossime settimane, getteranno le basi di questo nuovo organismo. Le testimonianze di Mauro Ioli e Livio Besso Cordero sono state significative: una volta che c’è un referente unico che agisce come coordinatore tutto è più facile. Va bene l’idea dello spot per l’Italia, ma alle spalle ci dev’essere un soggetto unitario che lo promuove e lo realizza. Nel nostro caso, questo soggetto unitario non può che essere un Convention bureau nazionale, strumento strategico per la promozione del settore. Il 2009 dev’essere l’anno della svolta!