Degustazioni tra gli antichi vigneti e le moderne cantine. Tra Venerdì 4 e Domenica 6 Settembre  Aymavilles (A5 uscita Aosta Ovest/Saint-Pierre direzione Cogne) ospiterà l’Expo Vini Doc, uno degli appuntamenti più significativi legati alla produzione vitivinicola valdostana, che negli anni dispari anima la regione.

Tre giorni intensi, dedicati ai pregiati DOC valdostani e ai vini provenienti dal Concorso Internazionale Vini di Montagna organizzato dal CERVIM e dall’ Associazione dei Viticulteurs Encaveurs, nei quali verranno anche presentate al pubblico le produzioni agroalimentari DOP, come la Fontina, il Lardo d’Arnad, il Jambon de Bosses e altri prodotti tradizionali. L’Expo si aprirà Venerdì 4 alle 16 e chiuderà tutti i giorni alle 23.30. Informazioni: Tel. 0165.275213.

 

Da non perdere anche la Féta di Résen o Festa dell’Uva di Chambave (A5 uscita Châtillon) nell’ultimo weekend di Settembre (26 e 27), durante la quale prende il via la storica “Coursa di Bosse”, spettacolare gara delle botti tra le Città del Vino valdostane: Aosta, Aymavilles, Chambave, Donnas, Morgex e Villeneuve.
Negli stessi giorni inoltre l’itinerario tra le “Crotte dou Bor”, le cantine del borgo e l’esposizione dell’uva all’interno di cestini artigianali.
Per conoscere da vicino le caratteristiche delle produzioni vinicole della zona una tappa fondamentale sarà la Cooperativa vitivinicola La Crotta di Vegneron (Piazza Roncas, 2 Tel. 0166-46670 www.lacrotta.it) dove è anche possibile acquistare o degustare i vini.

 

Altro indirizzo prezioso per le degustazioni la Caves Cooperatives de Donnas. Nata nel 1971 per tutelare la qualità del vino locale, la Cave custodisce oggetti e attrezzature di origini antiche, oltre a una pregiata collezione di vini. La Cave organizza inoltre tour gastronomici tra i vigneti, nella località Clos de Barme, dove si trovano i suggestivi Barmet: grotte, cavità artificiali, utilizzate per la conservazione dei prodotti agricoli, oggi utilizzate per la conservazione del vino prodotto in loco dal gusto particolare (Informazioni Tel. 0125-807096).

Orari 9-12 e 14-17 (Domenica 9-12 e 15-18). www.donnasvini.it

In Frazione Ollignan, tra Quart e Saint-Christophe, proprio sopra Aosta, la Maison Vigneronne Frères Grosjean organizza visite a vigneti e cantine e degustazioni: 5 vini a 5 € oppure abbinamento prodotti locali-vini a 10 €. Su prenotazione allo 0165-775791 oppure 329-4392550. www.grosjean.vievini.it

Informazioni : www.lovevda.it Tel. 0165 236627

I vini “Valle d’Aosta-Vallée d’Aoste Doc” rossi sono Enfer d’Arvier, Torrette, Nus Rouge, Chambave Rouge, Arnad-Montjovet e Donnas, Cornalin, Fumin, Gamaret, Gamay, Mayolet, Merlot, Nebbiolo, Petit Rouge, Pinot Noir, Premetta, Syrah e Vuillermin.

Per i bianchi: Blanc de Morgex et de La Salle, Nus Malvoisie, Chambave Muscat, Chardonnay, Müller-Thurgau, Petite Arvine, Pinot Gris

 

La ricchezza della viticoltura valdostana sta nei vitigni autoctoni (20 D.O.C.) che crescono su un territorio che si estende dai 300 metri di altitudine di Pont-Saint-Martin ai 1220 metri di Morgex (il più alto d’Europa). L’escursione termica esalta i profumi e gli aromi del vino mentre le ridotte dimensioni dei vigneti, che i vignerons riescono a ritagliarsi tra la roccia, impediscono la meccanizzazione nella vendemmia contribuendo all’unicità di questo tipo di viticoltura. Tre le aree di suddivisione: l’Alta Valle, dove i vigneti di Morgex e La Salle si specchiano sui ghiacciai e raggiungono le altitudini più elevate d’Europa, la Valle Centrale dove, tra Avise e Saint-Vincent troviamo una vasta coltivazione di antichi vitigni autoctoni e la Bassa Valle tra Montjovet e Pont-Saint-Martin dove, tra i vitigni a bacca rossa si ammirano le antiche terrazze costruite dagli abili vignerons.

 

La storia della viticoltura valdostana ha origini molto antiche: già i Salassi, popolazione di origine celto-ligure, producevano vini locali sfruttando le antiche tecniche di coltivazione apprese degli Etruschi. In seguito, i Romani avviarono nella Vallis Augustana una vera e propria attività viticola, portando fino alle tavole di Cesare il vino prodotto a Donnas e Chambave. I primi documenti che ci parlano di vigneti valdostani risalgono però al 1032-1035, quando il vino costituiva il censo dovuto a nobili e prelati prima di diventare, nei secoli successivi, una vera e propria merce di scambio, iniziando ad essere esportato nel Vallese e nel Tarentaise, creando una via del vino che, partendo dalle colline di Chambave, raggiungeva la valle del Rodano. Molti infatti gli affreschi, nei castelli e nelle chiese medioevali, che testimoniano l’importanza che questa coltivazione ebbe nel passato della Regione.

Nel corso dei secoli, il paesaggio valdostano fu rimodellato dai vignerons che costruirono suggestivi pergolati o filari, spingendosi nelle zone più impervie fino a considerevoli altitudini, sfruttando fazzoletti di terra estremamente parcellizzati.

Seguì poi un lungo lasso di tempo in cui la viticoltura valdostana venne marginalizzata, per poi riprendersi negli anni cinquanta quando iniziò a svilupparsi la viticoltura moderna.

Motore di quest’azione di rimodernamento fu l’Institut Agricole Régional che, con i suoi studi e le sue ricerche sul territorio, contribuì a riorganizzare il settore. Fondamentale è stata altresì la promozione delle Caves Coopératives (Cantine Cooperative) e la realizzazione delle loro strutture nonché la recente istituzione, in Aosta, del Centro di Ricerca della Viticoltura di Montagna (CERVIM) al quale aderiscono i principali centri europei di ricerca ed è promotore, ogni anno, dell’unico concorso enologico internazionale dedicato ai vini di montagna.