Ci risiamo. Termini quali tradimenti e complotti tornano alla ribalta delle cronache in concomitanza all’annuncio fatto da Air France di voler spostare i voli diretti a Parigi da Malpensa a Linate. Ricordiamo che non è passato molto tempo dall’annuncio di Lufthansa-Italia di voler chiudere la compagnia che aveva ottenuto il certificato di COA appena nel gennaio 2011; anche questo vettore era basato su Milano-Malpensa.
Cosa sta accadendo allo scalo intercontinentale milanese?
Innanzitutto osserviamo che è evento del tutto normale che un vettore aereo decida di sospendere un collegamento da/per un determinato aeroporto. Ma evidentemente quella che è una regola consolidata in tutto il mondo non si applica agli scali lombardi: a differente conclusione non si può giungere leggendo i titoli e il tono dei contenuti dei giornali di questi giorni circa l’annuncio in questione. Come d’altra parte non è affatto normale che una notizia che dovrebbe rimaner circoscritta nell’ambito della stampa di settore finisca nelle cronache cittadine. Ma, lo ripetiamo, la nuova Malpensa si è sempre ritenuta essere uno scalo speciale fin dal suo primo giorno di avvio.
Nel caso di Lufthansa-Italia, avevamo già in precedenza annotato (Travelling Interline, 7 giugno 2011) come questa compagnia avesse attivato da Malpensa servizi verso destinazioni italiane e alcune europee, ma non si trattava di collegamenti di feederaggio con gli hub del vettore tedesco, bensì di voli che in pratica avrebbero dovuto sostituire quelli deficitari da parte del nostro vettore nazionale. Infatti, non casualmente quando fu dato l’annuncio dell’avvio, lo scalo varesino era alla ricerca di sostituti che prendessero il posto di Alitalia.
Ma, avevamo pure precisato “è cosa nota e risaputa che il mercato a breve raggio continentale è divenuto terreno riservato dei vettori low cost, e sarà il caso che i vettori tradizionali si abituino all’idea che per loro su queste rotte lo spazio di manovra è, e sarà, sempre più ridotto. I vettori europei leader delle tre mega-alleanze (Lufthansa per Star Alliance, British Airways per Oneworld, AF/KL per SkyTeam) ormai non possono che puntare sul lungo raggio e prendere atto che hanno ben scarso appeal sui semplici collegamenti europei punto-a-punto.” Quindi avevamo identificato le ragioni di questo abbandono in precisi errori di strategia marketing.
Nella fattispecie di Air France i motivi sono di tutt’altra natura. In questo caso non si tratta della chiusura di un nuovo brand da poco lanciato, bensì del semplice spostamento di voli da Malpensa a Linate. Ovviamente tenendo presente che il vettore francese controlla al 25 per cento Alitalia, tenendo altresì presente che Air France e Alitalia fanno parte della stessa alleanza è evidente che ci troviamo in presenza di una mossa che non può non essere stata concordata fra le due aerolinee. E facendo un ulteriore passo avanti è da ritenersi che la stessa sia stata adottata con l’intento di ottimizzare il revenue delle due interessate.
Last but not least vi è pure da annotare che trattandosi di un travaso di voli fra uno scalo e l’altro, e che entrambi gli scali in questione sono controllati dalla stessa società, quest’ultima avrebbe ben poco di cui lamentarsi.
Ma il fatto è che Malpensa vuole a tutti i costi assurgere al ruolo di grande hub ed ogni vettore che la abbandona, per qualsiasi motivo ciò avvenga, rappresenta una tegola in testa ai sostenitori del piano che poi fra l’altro sono gli stessi che vorrebbero la terza pista.
In tutta questa storia, che ormai va avanti da anni, il particolare che non quadra è che essendo lo scalo di Linate quello che cannibalizza il traffico di Malpensa, il problema non risiede nelle decisioni che le aerolinee prendono, quanto nella scelta fatta dal gestore di voler spalmare il traffico che interessa il sistema aeroportuale milanese su due aeroporti. Quello infatti che viene definito “hub” altro non è che un aeroporto ove i collegamenti a medio-corto raggio si interconnettono (coincidenze) a quelli long haul. Se queste due tipologie di traffico vengono tenute suddivise su due aeroporti non ci si può poi meravigliare se l’hub non decolla e se avvengono scelte come quelle operate da LH o da AF.
Fra l’altro un motivo in più per questi vettori di scegliere Linate è che essi sono interessati al mercato italiano quale bacino di feederaggio per i loro voli a lungo raggio che si dipartono dal Charles de Gaulle o da Francoforte e Monaco: per quale motivo non preferire Linate per imbarcare questo traffico finchè lo scalo cittadino, praticamente incluso nel tessuto urbano, rimane aperto?
Antonio Bordoni