Si farà sentire presto l’effetto della  riforma del lavoro, una delle più contestate

Molte le misure che entreranno  in vigore a seguito della nuova legge sull’occupazione, sia nel comparto dei contratti, che in quello del welfare. Da gennaio sono validi i nuovi parametri per la definizione dei contratti di apprendistato a discapito dei cosiddetti contratti “a termine”. Ora, il rapporto tra questi ultimi e le maestranze qualificate, in azienda, deve corrispondere a 2 ogni 3 al di sopra dei 10 addetti.Per i contratti intermittenti, restano validi i termini fino al prossimo 18 luglio, così come per la validità delle vecchie partite Iva, fino a quando, cioè, la riforma compirà un anno di vita.

Non ci saranno più i contratti di inserimento, tipologia che viene di fatto abrogata e rimpiazzata da specifici incentivi all’occupazione.

Tra le agevolazioni, vi è il bonus assunzioni con sgravio contributivo al 50% per le aziende che assumono lavoratori sotto i 50 anni e senza lavoro da almeno 12 mesi (o donne di qualsiasi età), che potrà arrivare a 18 mesi in caso di contratto a  tempo indeterminato, spiega LeggiOggi.

Intanto, il 18 gennaio decade una duplice delega conferita al governo, quella sulla disciplina dei servizi per l’impiego e l’altra, specifica, sui livelli essenziali delle prestazioni e sulla validazione degli apprendimenti.

Per quanto riguarda il fisco prende il via l’addizionale dell’ 1,4% sui rapporti non a tempo indeterminato, la nuova imposta sui licenziamenti e i nuovi contributi per artigiani, commercianti e autonomi.

Sui tirocini non è ancora chiara la situazione.