di Stefano Modena
Madrid è una città monumentale, la capitale del nuovo mondo, plasmata quando la Spagna dominava gran parte del continente americano. Ma non è sempre stato così. La conquista da parte dei romani della penisola iberica durò due secoli e fini nel 19 a.C. e Madrid non esisteva proprio. Infatti fu fondata nell’830 dagli arabi, anche se della loro presenza restano poche tracce. L’importanza della città crebbe a partire dalla cacciata dei mori, quando a metà del 1500 diventò capitale per volere di Filippo II. La Madrid di oggi è in gran parte quella costruita dagli Asburgo tra il XVI e il XVII secolo, e successivamente completata dai Borboni, la dinastia di origine francese ancora oggi sul trono, insediata dopo la guerra di successione conclusa nel 1713.
Il gigantesco Palazzo Reale non è più la residenza del re di Spagna, ma solo un luogo di rappresentanza per eventi ufficiali, ma rende bene l’idea della ricchezza e della potenza spagnola nel 1700, quando fu inaugurato dopo 26 anni di lavori. La corte centrale quadrata di 140 metri per lato, si estende tra il palazzo e le sue ali, con l’ovvio intento di impressionare i visitatori. Affianco al Palazzo Reale si trovano i grandi giardini del Campo di Moro, fatti sistemare in stile inglese dalla regina Isabella II nell’800.
Di fronte al Palazzo Reale si erge la cattedrale di Nuestra Señora de la Almudena, il cui nome si rifà alle mura costruite dagli arabi, almudayna, dove la tradizione vuole che il re Alfonso VI abbia trovato un’immagine della Madonna. Anche se possono sembrare coevi ,i due edifici hanno secoli di differenza, infatti la costruzione della cattedrale iniziò solo alla fine dell’800 e fu consacrata da Papa Giovanni Paolo II nel 1993. La lunga durata della costruzione e il fatto che sia passata per le mani di sei diversi architetti, ne fanno un edificio interessante, ma senza uno stile definito. All’interno una cappella è dedicata alla Vergine, rappresentata in una statua del ‘500.
DI fianco alla Cattedrale si apre la grande Plaza de Oriente, costruita nell’800, da cui ci si avvia verso il centro della città. Bar con tavoli all’aperto e sculture fanno da contorno alla statua di bronzo di Filippo IV su un cavallo imbizzarrito che si regge sulle zampe posteriori, la prima di questo tipo. Un capolavoro di ingegneria, alla cui costruzione partecipò anche Galileo Galilei.
Il cavallo è posto di fronte al Teatro Real, che chiude questo complesso. Sede di uno dei teatri d’opera più importanti d’Europa, e dotato di un’acustica eccellente, può ospitare 1800 spettatori. Costruito in stile neoclassico, è stato dichiarato monumento nazionale nel 1977 e riaperto al pubblico nel 1997 dopo un lungo restauro.
Dove una volta c’era il mercato adesso si trova la Plaza Mayor, simile a quella di molte altre città spagnole. Gli edifici che si affacciano sulla piazza ricordano con i loro nomi il commercio che si svolgeva in questo luogo: la Casa de la Panaderia (panetteria), la Casa de la Carniceria (macelleria), l’Arco de Cuchilleros (fabbrica di coltelli). Nel passato nella piazza si sono tenute corride, venivano eseguite sentenze capitali, si organizzavano funzioni religiose e concerti. Oggi è soprattutto un luogo di ritrovo, con bar e ristoranti che si accalcano sui lati senza soluzione di continuità, e la loro distesa di tavolini. Prendere un caffè seduti, in modo da poter ammirare la piazza in tutta tranquillità, è un’esperienza da non perdere.
Nel 1916 il mercato fu spostato all’interno di una costruzione coperta, dove ancora oggi si trova il Mercado de San Miguel. Una volta era particolarmente famoso per la selvaggina, ora per la quantità di banchi in cui si possono gustare le caratteristiche tapas e ammirare i prodotti esposti con cura, tanto da sembrare delle installazioni.
Le tapas più che un modo di mangiare, sono un modo per stare insieme. Passeggiando in compagnia si va da un posto all’altro, facendo “tappa” in vari luoghi, ogni volta mangiando e bevendo qualcosa. Malasaña, il quartiere della Movida, è quello tipico del “tapeo”. Prende il nome da Manuela Malasaña, eroina della rivolta della città contro i francesi del 2 maggio 1808. I locali dove fermarsi a bere e mangiare abbondano, e nonostante la loro numerosità sono sempre tutti pieni. L’atmosfera che si respira è sempre quella di una festa, sia di giorno che di notte.
In una piazza a forma di semicerchio si trova la Puerta del Sol, il punto d’origine delle vie dello shopping. Proprio come i raggi del sole nove strade si irradiano dalla piazza, nel cui centro si trova la statua equestre di Carlos III. Si tratta di uno dei luoghi più emblematici di Madrid, non solo per la pubblicità del Tio Pepe, il più noto tra gli sherry andalusi, ma soprattutto per essere il palcoscenico delle notti di Capodanno. Dal 1866 è tradizione che ci si riunisca sotto l’orologio della torre della Casa de Correos, per aspettare i rintocchi che annunciano il nuovo anno. Come vuole la tradizione spagnola, ad ogni rintocco, separato dal successivo di tre secondi, si deve mangiare un acino d’uva, in modo che l’anno sia fortunato e porti tanti soldi.
La via commerciale per eccellenza di Madrid è la Gran Vía, lungo la quale si trovano i negozi più eleganti della città. La strada è lunga più di un chilometro e ogni anno è percorsa da oltre 10 milioni di persone. Di recente è stata risistemata in modo da limitare sempre di più il traffico automobilistico, e aumentare lo spazio per i pedoni.
rlos III, noto come il re-sindaco per il ruolo avuto nella sistemazione della città, commissionò alla fine del ‘700 la Fuente de Cibeles, la dea pagana dell’abbondanza. La statua, in marmo e pietra, è un’allegoria dell’agricoltura e della fertilità, ed è uno de simboli di Madrid. Cibeles è rappresentata seduta su un carro trainato da leoni, Atalanta e Ippomene, nel mezzo di una piazza rotonda. Dalla metà dagli anni ’80 questo è diventato il luogo di riunione dei tifosi per i festeggiamenti delle vittorie dei più importanti tornei delle squadre di calcio della città. Sulla piazza si affaccia, tra gli altri, il Palacio de Cibeles, un edificio monumentale dell’inizio del ‘900, ora sede del Comune di Madrid, da cui è possibile accedere a una grande terrazza, il Mirador de Madrid, da cui si può ammirare tutta la città.
Carlos III fece costruire anche la Puerta del Alcalá, una delle cinque porte reali che davano accesso alla città. Il grandioso arco in marmo con cinque fornici, è decorato con lo stemma reale, visibile a chi entra in città venendo da Alcalá de Henares. All’interno invece sono rappresentate le quattro virtù, Prudenza, Giustizia, Temperanza e Fortezza. Questo arco fu il primo di questo tipo ad essere costruito dopo la fine dell’impero romano, e fu talmente apprezzato che su questo modello furono costruite la Porta di Brandeburgo di Berlino e l’Arco di Trionfo di Parigi.
In una grande città come Madrid non poteva mancare un grande parco, El Retiro. Dichiarato patrimonio mondiale dell’UNESCO nel 2021 si estende su una’area di 125 ettari, è costituisce uno dei polmoni verdi della città. Al suo interno c’è un laghetto, l’Estanque Grande, che si può attraversare in barca. Nel parco ci sono diverse aree espositive, giardini botanici, roseti, sculture, fontane e anche un teatro delle marionette, tutte attrazioni che lo rendono uno dei parchi più frequentati di Madrid.